Il filosofo di campagna, libretto, Valletta, Capaci, 1763 (Il filosofo in villa)

 SCENA PRIMA
 
 Giardino.
 
 EUGENIA e LESBINA
 
 EUGENIA
 
    Candidetto gelsomino
 che sei vago sul mattino,
 perderai vicino sera
 la primiera libertà.
 
 LESBINA
 
5   Vaga rosa, onor de' fiori,
 fresca piaci ed innamori
 ma vicino è il tuo flagello
 e il tuo più bello sparirà.
 
 A DUE
 
    Tal di donna è la bellezza,
10più che fresca, più s'apprezza,
 s'abbandona allor che perde
 il bel verde dell'età.
 
 EUGENIA
 Basta, basta così,
 che codesta canzon, Lesbina mia,
15troppa mi desta in sen malinconia.
 LESBINA
 Anzi cantarla spesso,
 padrona, io vi consiglio,
 per fuggir della rosa il rio periglio.
 EUGENIA
 Ah, che sotto d'un padre
20asprissimo e severo
 far buon uso non spero
 di quest'età che della donna è il fiore;
 troppo, troppo nemico ho il genitore.
 LESBINA
 Pur delle vostre nozze
25lo intesi ragionar.
 EUGENIA
                                   Nozze infelici
 sarebbero al cor mio le divisate
 dall'avarizia sua,
 dell'uomo vile, che di Nardo ha nome,
 ei mi vorria consorte;
30l'abborrisco e mi scelgo anzi la morte.
 LESBINA
 Non così parlareste,
 s'ei proponesse al vostro cor Rinaldo.
 EUGENIA
 Lesbina... Ohimè!
 LESBINA
                                    V'ho fatto venir caldo.
 Vi compatisco; un cavalier gentile,
35in tutto a voi simile,
 nell'età, nell'amore
 far potrebbe felice il vostro core.
 EUGENIA
 Ma il genitor mi niega.
 LESBINA
 Si supplica, si prega,
40si sospira, si piange; e se non basta
 si fa un po' la sdegnosa e si contrasta.
 EUGENIA
 Ah! Mi manca il coraggio.
 LESBINA
                                                 Io v'offerisco
 quel che so, quel che posso; è ver che sono
 in una età da non prometter molto
45ma posso, se m'impegno,
 far valere per voi l'arte e l'ingegno.
 EUGENIA
 Cara, di te mi fido. Amor, pietade
 per la padrona tua serba nel seno.
 Se non felice appieno,
50almen fa' ch'io non sia sì sventurata.
 LESBINA
 Meglio sola che male accompagnata.
 Così volete dir? Sì sì v'intendo.
 EUGENIA
 Dunque da te qualche soccorso attendo.
 
    Se perde il caro lido,
55sopporta il mar che freme,
 lo scoglio è quel che teme
 il misero nocchier.
 
    Lontan dal caro bene
 soffro costante e peno;
60ma questo core almeno
 rimanga in mio poter. (Via)