Il filosofo di campagna, libretto, Münster, Kördinck, 1764

 SCENA II
 
 LESBINA e DONNA ALCEA
 
 LESBINA
 Povera padroncina!
 Affé la compatisco.
 Quest'anch'io la capisco.
65Insegna la prudenza,
 se non si ha quel che piace, è meglio senza.
 DONNA ALCEA
 Che si fa, signorina?
 LESBINA
 Un po' d'insalatina
 raccogliere volea pel desinare.
 DONNA ALCEA
70Poco va v'ho sentito a cantuzzare.
 LESBINA
 È ver, colla padrona
 mi divertiva un poco.
 DONNA ALCEA
                                          E mi figuro
 che cantate s'avranno
 canzonette d'amor.
 LESBINA
                                      O non signora;
75di questo o di quel fiore,
 di questo o di quel frutto
 si cantavan le lodi.
 DONNA ALCEA
                                     Il crederò!
 LESBINA
 Le volete sentir?
 DONNA ALCEA
                                 Le sentirò.
 LESBINA
 Qualche stroffetta canterò a proposito. (Da sé)
 DONNA ALCEA
80(Oh ragazza! Ten vai allo sproposito).
 LESBINA
 Sentite qualche cosa di più bello,
 la canzonetta sopra il ravanello.
 
    Quando son giovine,
 son fresco e bello,
85son tenerello,
 di buon sapor.
 
    Ma quando invecchio
 gettato sono;
 non son più buono
90col pizzicor.
 
 DONNA ALCEA
 Scaccia questa canzon dalla memoria.
 LESBINA
 Una ne vuo' cantar sulla cicoria.
 
    Son fresca e son bella
 cicoria novella.
95Mangiatemi presto,
 coglietemi su.
 
    Se resto nel prato,
 radichio invecchiato,
 nessuno si degna
100raccogliermi più.
 
 DONNA ALCEA
 Senti ragazza mia,
 questa canzone ha un poco d'allegria.
 Tu sei giovine e bella,
 cicorietta novella,
105prima che ad invecchiar ti veda il fato,
 esser colta dovresti in mezzo al prato.
 LESBINA
 Per me v'è tempo ancora,
 dovreste alla signora
 pensar, cara padrona,
110or ch'è buona stagione,
 or ch'è un frutto maturo e saporito,
 non la fate invecchiar senza marito.
 DONNA ALCEA
 A lei ho già pensato;
 sposo le ho destinato e avrallo presto.
 LESBINA
115Posso saper chi sia?
 DONNA ALCEA
                                       Nardo è cotesto.
 LESBINA
 Di quella tenerina
 erbetta cittadina
 la bocca d'un villan non mi par degna.
 DONNA ALCEA
 Eh la prudenza insegna
120che ogn'erba si contenta
 d'aver qualche governo,
 perch'esposta non resti al crudo verno.
 LESBINA
 Io mi contenterei,
 pria di vederla così maltratata,
125per la neve lasciar la mia insalata.
 Oh oh sentite
 un'altra canzonetta ch'ho imparata
 sul proposito mio dell'insalata.
 
    Non raccoglie le mie foglie
130vecchia mano di pastor.
 
    Voglio un bello pastorello;
 o vuo' star nel prato ancor. (Parte)