Il filosofo di campagna, libretto, Münster, Kördinck, 1764

 SCENA X
 
 DONNA ALCEA e detti
 
 DONNA ALCEA
 Oh genero garbato!
 Alla sposa ha mandato (Mostra un gioiello)
 questo ricco gioiello.
 Prendilo, Eugenia mia; guarda s'è bello.
 EUGENIA
745Non lo curo, signore...
 DONNA ALCEA
                                          Ed io comando,
 che tu prender lo debba; il ricusarlo
 sarebbe una insolenza.
 EUGENIA
 Dunque lo prenderò per obbedienza. (Prende il gioiello)
 Ma... vi chiedo perdono,
750non mi piace, nol voglio, a te lo dono. (Lo dà a Lesbina)
 LESBINA
 Grazie. (Lo prende)
 DONNA ALCEA
                  Rendilo a me. (A Lesbina)
 LESBINA
                                              Padrona mia,
 sentite una parola.
 (Se la vostra figliuola
 è meco generosa,
755lo fa perché di Nardo esser vuol sposa). (Piano a donna Alcea)
 DONNA ALCEA
 (Lo crederò?) (A Lesbina)
 EUGENIA
                             È vero.
 DONNA ALCEA
 E tu che dici? (A Lesbina)
 LESBINA
                             Io dico
 che se il destino amico
 seconderà il disegno,
760le gioie accetterà, come l'impegno.
 
    Noi altre femmine
 siam fatte a posta
 per far degli uomini
 crepare il cor.
 
765   Se ci patiscono
 noi faciam peggio,
 se si disperano
 godiamo allor,
 
    se ci rispondono
770noi siamo l'ultime
 e se ci amazano
 parliamo ancor.