Il filosofo di campagna, libretto, Bruxelles, Boucherie, 1766

 SCENA III
 
 RINALDO, DON TRITEMIO e LESBINA
 
 RINALDO
 Se da Eugenia dipende il piacer mio,
335di sua man, del suo cor certo son io.
 LESBINA
 Signor padron, voi siete domandato.
 RINALDO
 (Ci mancava costei).
 DON TRITEMIO
                                        Chi è che mi vuole?
 LESBINA
 Un famiglio di Nardo.
 DON TRITEMIO
 Senta signor! Del genero un famiglio
340favellarmi desia,
 onde vossignoria,
 se altra cosa non ha da commandare,
 per cortesia se ne potrebbe andare.
 RINALDO
 Sì sì, me n'anderò ma giuro ai numi,
345vendicarmi saprò. Destin crudele!
 Anche contro di te sarò fedele.
 
    Perfida figlia ingrata,
 padre spietato indegno
 non so frenar lo sdegno,
350l'alma si struge irata.
 Empio crudel audace
 pace per me non v'è.