Il filosofo di campagna, libretto, Londra, Griffin, 1769

 SCENA PRIMA
 
 Giardino in casa di Tritemio.
 
 EUGENIA con un ramo di gelsomini e LESBINA con una rosa
 
 EUGENIA
 
    Candidetto gelsomino
 che sei vago sul mattino,
 perderai vicino a sera
 la primiera tua beltà.
 
 LESBINA
 
5   Vaga rosa, onor de' fiori,
 fresca piaci ed innamori;
 ma vicino è il tuo flagello
 e il tuo bello sparirà.
 
 A DUE
 
    Tal di donna la bellezza
10più che è fresca, più s'apprezza;
 s'abbandona allor che perde
 il bel verde dell'età.
 
 EUGENIA
 Basta, basta, non più,
 che cotesta canzon, Lesbina mia,
15troppo mi desta in sen malinconia.
 LESBINA
 Non così parlereste,
 se il padre vi sposasse con Rinaldo
 e non pensasse a Nardo.
 EUGENIA
 Ma il genitor mi nega...
 LESBINA
20Si supplica, si prega,
 si sospira, si piange; e se non basta
 si fa un po' la sdegnosa e si contrasta.
 EUGENIA
 Ah, mi manca il coraggio.
 LESBINA
                                                 Io v'offerisco
 quel che so, quel che posso. È ver che sono
25in un'età da non prometter molto;
 ma posso, se m'impegno,
 far valere per voi l'arte e l'ingegno.
 EUGENIA
 Cara di te mi fido.
 LESBINA
                                     Sì, v'intendo.
 EUGENIA
 Dunque da te qualche soccorso attendo.
 
30   Cara amica che già sai
 quanto possa in noi l'amore,
 dell'affetto che ho nel petto
 tu consola il rio timor. (Parte)