Il filosofo di campagna, libretto, Londra, Griffin, 1769

 SCENA II
 
 LESBINA, poi DON TRITEMIO
 
 LESBINA
 Povera padroncina!
35Affé la compatisco.
 Quest'anch'io la capisco.
 Insegna la prudenza,
 se non si ha quel che piace è meglio senza.
 TRITEMIO
 Che si fa, signorina?
 LESBINA
40Un po' d'insalatina
 raccogliere volea pel desinare.
 TRITEMIO
 Poco fa v'ho sentito a cantuzzare.
 LESBINA
 È ver; colla padrona
 mi divertiva un poco.
 TRITEMIO
                                          E mi figuro
45che cantate si avranno
 canzonette d'amor.
 LESBINA
                                      Oh, no signore!
 Di questo e di quel fiore,
 di questo e di quel frutto
 si cantavan le lodi.
 TRITEMIO
                                     Il crederò?
 LESBINA
50Le volete sentir?
 TRITEMIO
                                 Le sentirò.
 LESBINA
 (Qualche strofetta canterò a proposito).
 TRITEMIO
 (Oh ragazza! Farei uno sproposito).
 LESBINA
 Sentite, padron bello,
 la canzonetta sopra il ravanello.
 
55   Quando son giovine,
 son fresco e bello,
 son tenerello,
 di buon sapor.
 
    Ma quando invecchio,
60gettato sono;
 non son più buono
 col pizzicor.
 
 TRITEMIO
 Scaccia questa canzon dalla memoria.
 LESBINA
 Una ne vo' cantar sulla cicoria.
 
65   Son fresca, son bella,
 cicoria novella,
 mangiatemi presto,
 coglietemi su.
 
    Se resto nel prato
70radicchio invecchiato,
 nessuno si degna
 raccogliermi più.
 
 TRITEMIO
 Senti, ragazza mia,
 questa canzone ha un poco d'allegria.
75Tu sei, Lesbina bella,
 cicorietta novella.
 Tu sei un bocconcino
 per il tuo padroncino.
 LESBINA
                                          Oh oh sentite
 un'altra canzonetta che ho imparata
80sul proposito mio dell'insalata.
 
    Non raccoglie le mie foglie
 vecchia mano di pastor.
 
    Voglio un bello pastorello
 o vo' star nel prato ancor. (Parte)