Il mondo alla roversa o sia Le donne che comandano, libretto, Torino, Stamperia Reale, 1752 (Il mondo al rovescio o sia Le donne che comandano)

 SCENA VIII
 
 TULLIA, poi RINALDINO
 
 TULLIA
 Ma io, per dir il vero,
 sono di cor più tenero di lei,
305son con gli amanti miei
 quanto basta severa ed orgogliosa;
 ma son, quando fia d'uopo, anco pietosa.
 Talor fingo il rigore,
 freno di lor l'affetto e la baldanza,
310fra il timore li tengo e la speranza.
 RINALDINO
 Tullia, bell'idol mio,
 de' vostri servi il più fedel son io,
 deh oziosa non lasciate
 la mia fede, il mio zelo,
315che sol quando per voi, bella, m'adopro,
 felicità nel mio destino io scopro.
 TULLIA
 Dite il ver Rinaldino,
 siete pentito ancor d'avervi reso
 suddito e servo mio? Vi pesa e incresce
320della smarrita libertà primiera,
 sembravi la catena aspra e severa?
 RINALDINO
 Oh dolcissimi nodi,
 sospirati, voluti e cari sempre
 al mio tenero cor! Sudino pure
325sotto l'elmo i guerrieri; Astrea tormenti
 i seguaci del foro; e di Galeno
 sui fogli malintesi
 studi e s'affanni il fisico impostore,
 io seguace d'amore,
330fuor della turba insana
 di chi mena sua vita in duri stenti,
 godo, vostra mercé, pace e contenti.
 TULLIA
 Noi con pietà trattiamo
 i vassalli ed i servi e non crudeli
335siamo coll'uom, qual colla donna è l'uomo,
 noi da' consigli escluse,
 prive d'autorità, come se nate
 non compagne dell'uom ma serve e schiave,
 solo ad opre servili
340condannate dal vostro ingrato sesso,
 far per noi si dovria con voi lo stesso.
 Ma nostra autorità, nostro rigore
 temprerà dolce amore
 ed il vostro servir, che non fia grave,
345sarà grato per noi, per voi soave.
 
    Cari lacci, amate pene
 d'un fedele amante core
 che ha saputo al dio d'amore
 consecrar la libertà.
 
350   Se vicino al caro bene,
 non risente il suo tormento
 ma ripieno di contento
 il destin lodando va.