Il mondo alla roversa o sia Le donne che comandano, libretto, Lipsia, 1754

 SCENA PRIMA
 
 Camera preparata per il feminile consiglio.
 
 TULIA, CINTIA, AURORA, seguito di donne
 
 CORO
 
    Libertà, libertà;
 cara, cara libertà.
 Bel piacere, bel godere
505che diletto al cor mi dà.
 
    Libertà, libertà;
 cara, cara libertà. (Tutte sedono)
 
 TULIA
 La dolce libertà che noi godiamo
 conservare si dee ma per serbarla
510da tre cose guardar noi si dobbiamo.
 Da troppa tirannia,
 dalla incostanza e dalla gelosia.
 Il tirannico impero poco dura.
 Ciascun fuggir procura
515da un incostante cuore
 e sdegno fa di gelosia il furore.
 Onde, perché si serbi
 la cara libertà che noi godiamo,
 fide, caute, pietose esser dobbiamo.
 AURORA
520Incostanza non chiamo
 se acquistar più vassalli io cerco e bramo.
 Nostro poter, nostra beltà risplende,
 quando più adoratori
 ci recano in tributo i loro cuori.
525E se libere siamo,
 libere amar potiam chi noi vogliamo.
 CINTIA
 Ma usurpar non si deve
 i dritti altrui. Ma colle smorfie e i vezzi
 gl'uomini non si fanno cascar morti,
530per far alle compagne insulti e torti.
 Faccia ognuna a suo senno;
 ognuna si conduca come vuole,
 finché la libertà goder si puole.
 TULIA
 Il diverso parer, che nelle varie
535nostre menti risulta,
 pensar mi fa che utile più saria
 introdurre fra noi la monarchia.
 D'una sola il governo
 far si potrebbe eterno e in questa guisa,
540se una femina sola impera e regge,
 tutti avranno a osservar la stessa legge.
 CINTIA
 Non mi spiace il pensier ma chi di noi
 esser atta potria
 a sostener la nuova monarchia?
 TULIA
545Quella ch'ha più giudizio,
 quella ch'ha più consiglio,
 che sa con più prudenza
 il rigor porre in uso e la clemenza.
 AURORA
 L'impero si conviene
550a femina che sappia
 con dolci di pietà soavi frutti
 in catene tener gl'uomini tutti.
 CINTIA
 Anzi a colei che fiera
 sul feminile soglio
555degli uomini frenar sappia l'orgoglio.
 TULIA
 Facciam così; ciascuna
 si proponga di noi; ciascuna ai voti
 il proprio nome esponga e il trono eccelso
 indi a quella si dia
560che dai voti maggiori eletta sia.
 CINTIA
 Io l'accordo.
 AURORA
                         Io l'accetto.
 TULIA
                                                A noi si porga
 l'urna e i lupini; ed io, poiché la prima
 fui a proporre il nobile progetto,
 prima m'esponga e i vostri voti aspetto.
 CORO (Le donne ballotano e poi si apre il bossolo)
 
565   Non so se meglio sia
 per noi la monarchia
 o pur la libertà.
 
 CINTIA
 Tulia, mi spiace assai.
 Ora il pensier comun vi sarà noto.
570Voi non avete avuto neanche un voto.
 TULIA
 Ingratissime donne,
 l'invidia è il vostro nume
 e la vana ambizion vostro costume.
 AURORA
 Or si esponga il mio nome
575e vederete come
 meglio stimata io sia
 in virtù della dolce cortesia.
 CORO (Ballotano per Aurora)
 
    Non so se meglio sia
 per noi la monarchia
580o pur la libertà.
 
 CINTIA
 Ohimè signora Aurora,
 m'incresce il vostro duolo;
 voi non avete neanche un voto solo.
 AURORA
 Comprendo la malizia
585per cui fatta mi vien questa ingiustizia.
 CINTIA
 Presto, presto; finiamola,
 vuo' ballottare anch'io.
 Questa volta senz'altro il regno è mio.
 CORO
 
    Non so se meglio sia
590per noi la monarchia
 o pur la libertà.
 
 AURORA
 Signora Cintia cara,
 per voi non si dà voto;
 il bossolo del sì per voi è vuoto.
 CINTIA
595Femine sconsigliate,
 è un torto manifesto che mi fate.
 TULIA
 Per quello che si vede e che si sente,
 niuna donna acconsente
 all'altra star soggetta;
600a ognuna piace il comandar sovrano
 e soggiogarle si procura invano.
 AURORA
 (Procurerò con l'arte
 il dominio ottenere).
 CINTIA
                                         (A lor dispetto
 il regno occuperò).
 TULIA
                                     (Con l'arte usata,
605senza mostrar orgoglio,
 giungerò forse ad occupar il soglio).
 Or si sciolga il consiglio;
 vada ciascuna a essercitar l'impero
 sopra i vassalli suoi
610e libero il regnar resta fra noi. (Tutte partono fuorché Tulia)