Antigono, libretto, Lucca, Benedini, 1746

 SCENA VIII
 
 Famosa reggia di Tessalonica con trono in prospetto, dove assiso vedesi Antigono liberato col popolo e i principali signori della sua corte che lo circondano, mentre gli vien condotto davanti prigioniero Alessandro.
 
 ANTIGONO con numeroso seguito; poi ALESSANDRO disarmato fra i soldati macedoni; indi BERENICE
 
 ANTIGONO
1030Ma Demetrio dov'è? Perché s'invola
 agli amplessi paterni? Olà, correte,
 il caro mio liberator si cerchi,
 si guidi a me. (Partono alcuni macedoni)
 ALESSANDRO
                             Fra tue catene alfine
 Antigono mi vedi.
 ANTIGONO
                                    E ne son lieto
1035per poterle disciorre. Ad Alessandro
 rendasi il ferro. (Gli vien resa la spada)
 ALESSANDRO
                                 E in quante guise e quanti
 trionfate di me. Per tante offese,
 tu libertà mi rendi; a mille acciari
 espone il sen l'abbandonata Ismene,
1040per salvare un infido.
 ANTIGONO
 Quando?
 ALESSANDRO
                    Son pochi istanti. Io non vivrei
 s'ella non era. Ah se non sdegna un core
 che tanto l'oltraggiò...
 BERENICE
                                          Salva, se puoi...
 signor... salva il tuo figlio.
 ANTIGONO
                                                 Oimè! Che avvenne?
 BERENICE
1045Perché viver non sa che a te rivale,
 corre a morir. M'ama. L'adoro. Ormai
 tradimento è il tacerlo.
 ANTIGONO
                                            Ah si procuri
 la tragedia impedir. Volate...