Il mondo alla roversa o sia Le donne che comandano, libretto, Praga, Prussa, 1754 (Il mondo alla roverscia)

 SCENA III
 
 TULIA ed AURORA
 
 TULIA
 Aurora, ah non vorrei
 che per troppo voler s'avesse a perdere
60l'acquistato finor dominio nostro.
 Donne alfin siamo e a noi
 forza non diè natura
 che nei vezzi, nei sguardi e in le parole.
 Spade e lancie trattar, loriche e scudi
65non è cosa da noi. Se l'uom si scuote,
 val più un braccio di lui che dieci destre
 di femine vezzose e tenerelle
 ch'hanno il loro potere in esser belle.
 AURORA
 Tulia, voi, per dir vero,
70sagiamente parlate e a voi la sorte
 diè sesso feminile
 ma il senno ed il saper più che virile.
 Anzi madre natura
 alla breve statura
75del vostro corpo graziosetto e bello
 ha supplito con darvi assai cervello.
 Indi la madre vostra
 vi diè il nome di Tulia con ragione,
 poiché sembrate un Tulio Cicerone.
 TULIA
80Raguniamo il consiglio.
 Facciam che stabilite
 siano leggi migliori, onde si renda
 impossibile all'uom scuotere il giogo.
 Che se l'uomo ritorna ad esser fiero
85farà strage crudel del nuovo impero.
 
    Fiero leon, che audace
 scorse per l'ampia arena,
 soffre la sua catena
 e minacciar non sa.
 
90   Ma se quei lacci spezza,
 ritorna alla fierezza,
 stragi facendo ei va.