Il mondo alla roversa o sia Le donne che comandano, libretto, Praga, Prussa, 1754 (Il mondo alla roverscia)

 SCENA XI
 
 CINTIA e detti
 
 CINTIA
 (Con Aurora Giacinto?) (Da sé)
 AURORA
 Ma voi di Cintia siete.
 GIACINTO
 Più di lei mi piacete.
410Parmi che il vostro bello
 mi renda assai più snello.
 Miratemi nel volto, a poco a poco
 come per vostro amor son tutto foco.
 CINTIA
 Acqua, acqua, padrone, acqua vi vuole
415il foco ad ammorzar.
 GIACINTO
                                        Oh Cintia mia,
 ardo d'amor per voi.
 CINTIA
 Ingannarmi non puoi,
 ho le parole tue tutte ascoltate.
 GIACINTO
 Deh mia vita.
 CINTIA
                            E saranno bastonate.
 GIACINTO
420Bastonate a un par mio? Deh Aurora, a voi
 l'onor mio raccomando.
 AURORA
 Siete schiavo di Cintia, io non comando.
 CINTIA
 E voi, gentil signora,
 vi dilettate di rapire altrui
425il vassallo e l'amante?
 AURORA
 Faccio quello ancor io che fanno tante.
 CINTIA
 Ma con me nol farete.
 AURORA
                                          Allor che sapia
 di darvi gelosia,
 voi dovrete tremar dell'arte mia.
 CINTIA
430Distrutto in questa guisa
 nostro intento sarà.
 AURORA
                                      Poco m'importa;
 pria che ceder al vostro
 fasto superbo e altero,
 vada tutto sossopra il nostro comando.
 CINTIA
435Giacinto, andiam.
 GIACINTO
                                    Vengo.
 AURORA
                                                   Crudel, voi dunque
 mi lasciate così?
 GIACINTO
                                 Ma se conviene...
 CINTIA
 Si viene o non si viene?
 GIACINTO
                                              Eccomi lesto.
 AURORA
 Morirò se partite.
 GIACINTO
                                   Eccomi, io resto.
 CINTIA
 
    Venite o ch'io vi faccio
440provare il mio furor.
 
 AURORA
 
    Ingrato, crudelaccio,
 voi mi strappate il cor.
 
 GIACINTO
 
    (Mi trovo nell'impaccio
 fra amore e fra timor).
 
 CINTIA
 
445   Voi siete il servo mio.
 
 GIACINTO
 
 È vero, sì signora.
 
 AURORA
 
 Amante vi son io.
 
 GIACINTO
 
 Anco il mio cor v'adora.
 
 CINTIA
 
 Voglio esser ubbidita.
 
 GIACINTO
 
450Ed io v'ubbidirò.
 
 AURORA
 
 Non merto esser tradita.
 
 GIACINTO
 
 Io non vi tradirò.
 
 CINTIA, AURORA A DUE
 
    E ben che risolvete?
 
 GIACINTO
 
 Mie belle, se volete,
455io mi dividerò.
 Contente voi sarete,
 non dubitate, no.
 
 CINTIA, AURORA A DUE
 
    Di qua non vi partite,
 adesso tornerò.
 
 GIACINTO
 
460   Contente voi sarete,
 non dubitate, no. (Partono le due donne)
 
    Quest'è un imbroglio;
 no, più non voglio
 farmi sì bello.
465Perde il cervello
 chi mi rimira.
 Ognun sospira
 per mia beltà.
 
 CINTIA, AURORA A DUE
 
    Ecco ritorno,
470eccomi qua.
 
 GIACINTO
 
    Belle mie stelle,
 chiedo pietà.
 
 AURORA
 
    Questo è il mio core (Gli presenta un core)
 per voi piagato.
 
 CINTIA
 
475Questo è un bastone (Gli mostra un bastone)
 per voi serbato.
 
 GIACINTO
 
 Son imbrogliato.
 
 AURORA
 
 Se lo bramate,
 ve lo darò.
 
 CINTIA
 
480Di bastonate
 v'accoperò.
 
 GIACINTO
 
    (L'una: «Ti dono»,
 l'altra: «Bastono»;
 quella il furore,
485questa l'amore,
 cosa farò?)
 
 CINTIA, AURORA A DUE
 
 Via risolvete.
 
 GIACINTO
 
 Risolverò.
 
    (A Cintia) La vostra tirannia
490piacere non mi dà.
 La vostra cortesia
 contento più mi fa.
 
 AURORA
 
    Venite dunque meco.
 
 GIACINTO
 
 Con voi mi porterò.
 
 CINTIA
 
495   Bricon, se parti seco,
 io ti bastonerò.
 
 GIACINTO
 
    Da voi le bastonate,
 da lei gli amplessi avrò.
 
 CINTIA
 
    Indegno, scelerato,
500io mi vendicherò.
 
 GIACINTO
 
    (Cridate, strepitate).
 
 AURORA
 
 (Intanto, goderò).
 
 Fine dell’atto primo