Il mondo alla roversa o sia Le donne che comandano, libretto, Venezia, Fenzo, 1755 (Padova)

 SCENA III
 
 TULLIA ed AURORA
 
 TULLIA
 Aurora, ah non vorrei
60che per troppo voler s'avesse a perdere
 l'acquistato finor dominio nostro.
 Donne alfin siamo e a noi
 forza non diè natura
 che nei vezzi, nei sguardi e in le parole.
65Spade e lancie trattar, loriche e scudi,
 non è cosa da noi. Se l'uom si scuote,
 val più un braccio di lui che dieci destre
 di femine vezzose e tenerelle
 ch'hanno il loro potere in esser belle.
 AURORA
70Tullia, voi, per dir vero,
 saggiamente parlate e a voi la sorte
 diè sesso feminile
 ma il senno ed il saper più che virile.
 TULLIA
 Raguniamo il consiglio,
75facciam che stabilite
 siano leggi migliori, onde si renda
 impossibile all'uom scuotere il giogo.
 Che se l'uomo ritorna ad esser fiero
 farà strage crudel del nostro impero.
 
80   No raffrenar non posso
 il giusto mio furor,
 armata di valor
 vendetta io bramo.
 
    Contra del sesso indegno
85mi spoglio di pietà,
 sol straggi e crudeltà
 sospiro ed amo.