Il mondo alla roversa o sia Le donne che comandano, libretto, Praga, 1755 (Il mondo alla roverscia o sia Le donne che comandano)

 SCENA PRIMA
 
 Camera preparata per il feminile consiglio.
 
 TULIA, CINTIA, AURORA, seguito di donne
 
 CORO
 
    Libertà, libertà;
505cara, cara libertà.
 Bel piacere, bel godere
 che diletto al cor mi dà.
 
    Libertà, libertà;
 cara, cara libertà. (Tutte sedono)
 
 TULIA
510La dolce libertà che noi godiamo
 conservare si dee ma per serbarla
 da tre cose guardar noi si dobbiamo.
 Da troppa tirannia,
 dalla incostanza e dalla gelosia.
515Il tirannico impero poco dura.
 Ciascun fuggir procura
 da un incostante cuore
 e sdegno fa di gelosia il furore.
 Onde, perché si serbi
520la cara libertà che noi godiamo,
 fide, caute, pietose esser dobbiamo.
 AURORA
 Incostanza non chiamo
 se acquistar più vassalli io cerco e bramo.
 Nostro poter, nostra beltà risplende
525quando più adoratori
 ci recano in tributo i loro cuori.
 E se libere siamo,
 libere amar potiam chi noi vogliamo.
 CINTIA
 Ma usurpar non si deve
530i dritti altrui. Ma colle smorfie e i vezzi
 gl'uomini non si fanno cascar morti,
 per far alle compagne insulti e torti.
 Faccia ognuna a suo senno;
 ognuna si conduca come vuole,
535finché la libertà goder si puole.
 TULIA
 Il diverso parer, che nelle varie
 nostre menti risulta,
 pensar mi fa che utile più saria
 introdurre fra noi la monarchia.
540D'una sola il governo
 far si potrebbe eterno e in questa guisa,
 se una femina sola impera e regge,
 tutti avranno a osservar la stessa legge.
 CINTIA
 Non mi spiace il pensier ma chi di noi
545esser atta potria
 a sostener la nuova monarchia?
 TULIA
 Quella ch'ha più giudizio,
 quella ch'ha più consiglio,
 che sa con più prudenza
550il rigor porre in uso e la clemenza.
 AURORA
 L'impero si conviene
 a femina che sappia
 con dolci di pietà soavi frutti
 in catene tener gl'uomini tutti.
 CINTIA
555Anzi a colei che fiera
 sul feminile soglio
 degli uomini frenar sappia l'orgoglio.
 TULIA
 Facciam così; ciascuna
 si proponga di noi; ciascuna ai voti
560il proprio nome esponga e il trono eccelso
 indi a quella si dia
 che dai voti maggiori eletta sia.
 CINTIA
 Io l'accordo.
 AURORA
                         Io l'accetto.
 TULIA
                                                A noi si porga
 l'urna e i lupini; ed io, poiché la prima
565fui a proporre il nobile progetto,
 prima m'espongo e i vostri votti aspetto. (Le donne ballottano e poi si apre il bossolo)
 CORO
 
    Non so se meglio sia
 per noi la monarchia
 o pur la libertà.
 
 CINTIA
570Tulia, mi spiace assai.
 Ora il pensier comun vi sarà noto.
 Voi non avete avuto neanche un voto.
 TULIA
 Ingratissime donne,
 l'invidia è il vostro nume
575e la vana ambizion vostro costume.
 AURORA
 Or si esponga il mio nome
 e vederete come
 meglio stimata io sia
 in virtù della dolce cortesia. (Ballottano per Aurora)
 CORO
 
580   Non so se meglio sia
 per noi la monarchia
 o pur la libertà.
 
 CINTIA
 Ohimè signora Aurora,
 m'incresce il vostro duolo;
585voi non avete neanche un voto solo.
 AURORA
 Comprendo la malizia
 per cui fatta mi vien questa ingiustizia.
 CINTIA
 Presto, presto; finiamola,
 vuo' ballottare anch'io.
590(Questa volta senz'altro il regno è mio). (Ballottano di nuovo)
 CORO
 
    Non so se meglio sia
 per noi la monarchia
 o pur la libertà.
 
 AURORA
 Signora Cintia cara,
595per voi non si dà voto;
 il bossolo del sì per voi è vuoto.
 CINTIA
 Femine sconsigliate,
 è un torto manifesto che mi fate.
 TULIA
 Per quello che si vede e che si sente,
600niuna donna acconsente
 all'altra star soggetta;
 a ognuna piace il comandar sovrano
 e soggiogarle si procura invano.
 AURORA
 (Procurerò con l'arte
605il dominio ottenere).
 CINTIA
                                         (A lor dispetto
 il regno occuperò).
 TULIA
                                     (Con l'arte usata,
 senza mostrar orgoglio,
 giungerò forse ad occupar il soglio).
 Or si sciolga il consiglio;
610vada ciascuna a essercitar l'impero
 sopra i vassalli suoi
 e libero il regnar resti fra noi. (Tutte partono fuorché Tulia)