Il mondo della luna, libretto, Vercelli, Panialis, 1752

 SCENA V
 
 ERNESTO e CECO
 
 CECCO
 Costui dovrebbe al certo
 esser ricco sfondato.
 ERNESTO
                                        E a che motivo?
 CECCO
240Perché a far il mezzano
 egli non ha difficoltade alcuna
 ed è questo un mestier che fa fortuna.
 ERNESTO
 Tu dici male, Eclitico è sagace.
 E se in ciò ci compiace,
245il fa perché Clarice ei spera e l'ama.
 CECCO
 Ho inteso, ho inteso. Ei basta
 render contenti i desideri suoi
 e vuol fare il piacer pagare a noi.
 ERNESTO
 Orsù taci e rammenta
250chi son io, chi sei tu.
 CECCO
 Per cent'anni, padron, non parlo più.
 ERNESTO
 Vado in questo momento
 denaro a provveder. Tu va', m'attendi
 d'Eclitico all'albergo.
255Fra la speme ed il timore
 intanto io resto e non ha pace il cuore.
 
    Fra cento affanni e cento
 palpita l'alma e sento
 che invan da sue catene
260bramo disciolto il cuor.
 
    Mille soavi pene
 dolce mi dan martiro
 e invan bramo e sospiro
 l'antica libertà.