Il mondo della luna, libretto, Vercelli, Panialis, 1752

                    Voglio andar.
 
 CINTIA
 
    Via, caro Giacintino. (S’inginocchia)
 Tornatemi ad amar.
 
 GIACINTO
 
1180   Il sesso femminino
 si venga ad ispecchiar.
 
 CINTIA
 
    Ma questo mai non fia.
 
 GIACINTO
 
 Buondì a vusignoria.
 
 CINTIA
 
 Fermatevi.
 
 GIACINTO
 
                        Pregatemi.
 
 CINTIA
 
1185Oimè che crudeltà!
 
 GIACINTO
 
 Rispetto ed umiltà.
 
 CINTIA
 
    Caro il mio bambolo
 per carità.
 
 GIACINTO
 
    Mi sento muovere
1190tutto a pietà.
 
 A DUE
 
    Visetto amabile,
 sete adorabile;
 il mio cor tenero
 vi adorerà.
 
 SCENA ULTIMA
 
 Luogo delizioso e magnifico, destinato per piacevole trattenimento delle femmine dominanti.
 
 Tutti
 
 CORO DI DONNE
 
1195   Pietà, pietà di noi,
 voi siete tanti eroi,
 pietà, di noi pietà.
 
 RINALDINO
 Se cedete l’impero,
 se a noi voi v’arrendete,
1200pietà nel nostro cor ritroverete.
 TULLIA
 Tutto io credo e m’arrendo
 e la pietà del vostro core attendo.
 CORO (Come sopra)
 
    Pietà, pietà di noi,
 voi siete tanti eroi;
1205pietà, di noi pietà.
 
 AURORA
 Graziosino son vostra.
 GRAZIOSINO
 Ed io vi accetterò.
 Vi terrò, v’amerò, vi sposerò.
 FERRAMONTE
 Lode al ciel, finalmente s’è veduto
1210che Il mondo alla roversa
 durare non potea
 e che da sé medesime
 in rovina si mandano
 le donne superbette che comandano.
 CORO DI DONNE
 
1215   Pietà, pietà di noi;
 voi siete tanti eroi;
 pietà, di noi pietà.
 
 CORO DI UOMINI
 
    Pietà voi troverete,
 allorché abbasserete
1220la vostra vanità.
 
 TUTTI
 
    Le donne che comandano
 è Il mondo alla roversa
 che mai non durerà.
 
 Fine del dramma
 
 
 
 IL MONDO ALLA ROVERSA O SIA LE DONNE CHE COMANDANO
 
 
    Dramma bernesco per musica da rappresentarsi nel teatro della molto illustre città di Barcellona nell’anno di 1752, dedicata al molto illustre signore don Joseph de Rocabertí y de Lupià, marquès de Argensola, regidor decano del muy illustre ayuntamiento de la ciudad de Barcelona.
    Barcellona, per Petro Escuder impressore.
 
 
 Illustre signore,
    giacché veggiamo, o nobil signor, che colla vostra gentilissima presenza tutti i giorni ci onora, ho stabbilito di consegrare al vostro gran merito e sotto il vostro nome questo brieve dramma per musica, offerendovi così il tribbuto del mio umilissimo rispetto; raccomandiamo alla vostra autorevole protesione questa opera del Mondo alla roversa; voi potete con una sola occhiata renderlo civile, saggio e prudente, inspirandogli i semi di quella tanta virtù che in voi gloriosamente campeggia; ciò ridonderà ancora nel mio singolar vantaggio, poi che la picciolezza del dono prenderà preggio dalla grandezza e dalla sua benignità ed umilmente mi protesto di vostra signoria molto illustre umilissimo e devotissimo servitore.
 
    Nicola Setaro impressario
 
 
 MUTAZIONI DI SCENA
 
    Atto primo: atrio magnifico, corrispondente alla gran piazza, ornato di spoglie virili acqustate in varie guise dalle accorte femine; appartamenti nobili nel palazzo delle femine dominanti.
    Atto secondo: camera preparata per il feminile consiglio; deliziosa alla riva del mare, il quale formando un seno nel lido offre commodo sbarco a piccioli legni; camera.
    Atto terzo: appartamenti nobili; luogo magnifico e delizioso destinato al divertimento delle donne primarie.
    La scena si rappresenta in una isola degli antipodi.
 
 
 PERSONAGGI
 
 TULLIA
 (la signora Anna Bastiglia)
 AURORA
 (la signora Nunziatina Luzzi detta la Egizielina)
 RINALDINO
 (il signor Antonio Catena)
 CINTIA
 (la signora Frangesca Santarelli)
 GIACINTO
 (il signor Giuseppe Ambrosini)
 GRAZIOSINO
 (il signor Nicola Setaro)
 FERRAMONTE
 (il signor Matteo Boini)
 
 
 LI BALLI
 
    La signora Anna Pacini, la signora Frangesca Batini, la signora Lucia Santarelli, la signora Teresina Zaccarini, il signor Antonio Monaro, il signor Giulio Arrighettini, il signore Paolo Gavazza, il signor Carlo Monaro. Sono d’invenzioni di monsieur Monaro.
 
 
 ATTO PRIMO
 
 SCENA PRIMA
 
 Cortile spazioso, ornato di spoglie virili all’intorno, acquistate in varie guise dalle accorte femine, oltre i quali vedesi la gran piazza, da dove entrano nel cortile sovra carro trionfale, tirato da vari uomini:
 
 TULIA, CINTIA, AURORA, precedute da coro di donne, le quali portano seco loro delle catene e delle vittoriose insegne. Mentre si canta il coro gli uomini s’incatenano
 
 TULIA, CINTIA, AURORA, CORO
 
    Presto, presto, alla catena,
 alla usata servitù.
 
    Non fa scorno e non dà pena
 volontaria schiavitù.
 
 TULIA
5Ite all’opre servili
 e partite fra voi le cure e i pesi.
 Altri alla rocca intesi,
 altri all’ago, altri all’orto o alla cucina,
 dove il nostro comando or vi destina.
 AURORA
10Obbedite, servite e poi sperate,
 che il regno delle donne
 è di speranza pieno.
 Se goder non si può, si spera almeno.
 CINTIA
 E chi vive sperando
15per sua felicità muore cantando.
 CORO
 
    Presto, presto, alla catena,
 alla usata servitù.