Il mondo della luna, libretto, Venezia e Treviso, Grazioli, 1753 (Treviso)

 AURORA
870Ma lo farete poi?
 GRAZIOSINO
 Tutto farò quel che volete voi.
 AURORA
 Tenete questa spada.
 GRAZIOSINO
                                         Sì, la tengo.
 AURORA
 E quando Cintia viene...
 GRAZIOSINO
                                               E quando viene?
 AURORA
 Cacciargliela nel seno...
 GRAZIOSINO
                                             Bene, bene.
 AURORA
875Lo farete?
 GRAZIOSINO
                      Il farò.
 AURORA
 E poi m’ingannerete.
 GRAZIOSINO
                                          Gnora no.
 AURORA
 Averete coraggio?
 GRAZIOSINO
                                    Come un Marte.
 AURORA
 Caro il mio Graziosino,
 voi sarete il mio Marte.
 GRAZIOSINO
                                             Anzi Martino.
 AURORA
 
880   Nocchier che teme assorto
 vedere il suo periglio,
 quando vicino è il porto
 comincia a respirar.
 
    Lieto nel volto appare,
885rivolge indietro il ciglio
 al già varcato mare,
 e fa di gioia il lido
 de’ naviganti al grido
 d’intorno risonar.
 
 SCENA XI
 
 GRAZIOSINO solo
 
 GRAZIOSINO
890Son in un bell’imbroglio;
 non so cosa mi far. Se vil mi rendo,
 la mia diletta offendo;
 e se mostro bravura
 la mia poltroneria scopro a drittura.
895Ma qui vi vuol coraggio.
 Finalmente una donna
 non mi può far timore.
 Graziosin, ora è tempo, animo e core.
 
    Son di coraggio armato,
900tutto son furibondo
 e venga tutto il mondo,
 ch’io lo trafiggerò.
 Ma se la donna bella
 pietosa mi favella?
905Io non l’ascolterò.
 
    E s’ella mi minaccia?
 Timore non avrò.
 E se mi dà in la faccia?
 Allor me n’anderò.
910Io mostrerò bravura
 sintanto che potrò.
 Ma quando avrò paura,
 allora fugirò.
 
 SCENA XII
 
 CINTIA e GIACINTO, poi AURORA e GRAZIOSINO
 
 CINTIA
 Dov’è, dov’è la spada?
 GIACINTO
915Signora, per pietà...
 CINTIA
                                       Perfido, indegno,
 proverete il mio sdegno.
 GIACINTO
                                               Sì, uccidetemi;
 morirò, se la morte mia bramate.
 Ma a me la crudeltà non comandate.
 CINTIA
 Dov’è la spada mia?
 GIACINTO
920Io l’ho gettata via.
 CINTIA
                                    Per qual ragione?
 GIACINTO
 Perché mi fan le donne compassione.
 CINTIA
 
    È questa la promessa
 che voi faceste a me?
 
 GIACINTO
 
    Questo mio cor professa
925a voi costanza e fé.
 
 CINTIA
 
    Ma dov’è la mia spada?
 
 GIACINTO
 
 Ahi che crudel comando!
 
 CINTIA
 
 Andate ch’io vi mando
 ma ben di tutto cor. (Escono di lontano Aurora e Graziosino con la spada in mano)
 
 AURORA
 
930   Ecco la mia nemica.
 
 GRAZIOSINO
 
 (Son pien di valor).
 
 AURORA
 
 Non fate che più il dica.
 
 GRAZIOSINO
 
 (Ah! Che mi trema il cor).
 
 CINTIA
 
    Mendace.
 
 GIACINTO
 
                        Fermate.
 
 AURORA
 
935(Via, presto). (A Graziosino)
 
 GRAZIOSINO
 
                             (Aspettate). (Ad Aurora)
 
 CINTIA
 
 Ciarlone.