Il mondo della luna, libretto, Venezia e Treviso, Grazioli, 1753 (Treviso)

450Io non vi tradirò.
 
 CINTIA, AURORA A DUE
 
    E ben che risolvete?
 
 GIACINTO
 
 Mie belle, se volete,
 io mi dividerò.
 Contente voi sarete,
455non dubitate no.
 
 CINTIA, AURORA A DUE
 
    Di qua non vi partite,
 adesso tornerò.
 
 GIACINTO
 
    Contente voi sarete,
 non dubitate no. (Partono le due donne)
 
460   Quest’è un imbroglio;
 no, più non voglio
 farmi sì bello.
 Perde il cervello
 chi mi rimira.
465Ognun sospira
 per mia beltà.
 
 CINTIA, AURORA A DUE
 
    Ecco ritorno,
 eccomi qua.
 
 GIACINTO
 
    Belle mie stelle
470chiedo pietà.
 
 AURORA
 
    Questo è il mio core (Gli presenta un core)
 per voi piagato.
 
 CINTIA
 
 Questo è un bastone (Gli mostra un bastone)
 per voi serbato.
 
 GIACINTO
 
475Son imbrogliato.
 
 AURORA
 
 Se lo bramate,
 ve lo darò.
 
 CINTIA
 
 Di bastonate
 v’accoperò.
 
 GIACINTO
 
480   (L’una: «Ti dono»,
 l’altra: «Bastono»;
 quella il furore,
 questa l’amore,
 cosa farò?)
 
 CINTIA, AURORA A DUE
 
485Via risolvete.
 
 GIACINTO
 
 Risolverò.
 
    La vostra tirannia (A Cintia)
 piacere non mi dà.
 La vostra cortesia
490contento più mi fa.
 
 AURORA
 
    Venite dunque meco.
 
 GIACINTO
 
 Con voi mi porterò.
 
 CINTIA
 
    Bricon, se parti seco
 io ti bastonerò.
 
 GIACINTO
 
495   Da voi le bastonate,
 da lei gli amplessi avrò.
 
 CINTIA
 
    Indegno, scelerato,
 io mi vendicherò.
 
 GIACINTO
 
    Gridate, strepitate.
 
 AURORA
 
500Intanto goderò.
 
 Fine dell’atto primo
 
 
 ATTO SECONDO
 
 SCENA PRIMA
 
 Camera preparata per il feminile consiglio.
 
 TULLIA, CINTIA e AURORA con seguito di donne
 
 CORO
 
    Libertà, libertà,
 cara, cara libertà.
 Bel piacere, bel godere
 che diletto al cor mi dà.
 
505   Libertà, libertà,
 cara, cara libertà. (Tutte sedono)
 
 TULLIA
 La dolce libertà, che noi godiamo,
 conservare si dee ma per serbarla
 da tre cose guardar noi si dobbiamo.
510Da troppa tirannia,
 dalla incostanza e dalla gelosia.
 Il tirannico impero poco dura.
 Ciascun fugir procura
 da un incostante cuore
515e sdegno fa di gelosia il furore.
 Onde, perché si serbi
 la cara libertà che noi godiamo,
 fide, caute, pietose esser dobbiamo.
 CORO
 
    Libertà, libertà,
520cara, cara libertà.
 Bel piacere, bel godere
 che diletto al cor mi dà.
 
    Libertà, libertà,
 cara, cara libertà.
 
 AURORA
525Incostanza non chiamo
 se acquistar più vassalli io cerco e bramo.
 Nostro poter, nostra beltà risplende
 quando più adoratori
 ci recano in tributo i loro cuori.
530E se libere siamo,
 libere amar potiam chi noi vogliamo.
 CORO
 
    Libertà, libertà,
 cara, cara libertà.
 
 CINTIA
 Ma usurpar non si deve
535i dritti altrui. Ma colle smorfie e i vezzi
 gl’uomini non si fanno cascar morti,
 per far alle compagne insulti e torti.
 Faccia ognuna a suo senno;
 ognuna si conduca come vuole
540finché la libertà goder si puole.
 CORO
 
    Libertà, libertà,
 cara, cara libertà.
 
 TULLIA
 Il diverso parer, che nelle varie
 nostre menti rissulta,
545pensar mi fa che utile più saria
 introdurre fra noi la monarchia.
 D’una sola il governo
 far si potrebbe eterno e in questa guisa,
 se una femina sola impera e regge,
550tutti avranno a osservar la stessa legge.
 CINTIA
 Non mi spiace il pensier ma chi di noi
 esser atta potria
 a sostener la nuova monarchia?
 TULLIA
 Quella ch’ha più giudizio;