Il mondo della luna, libretto, Roma, Zempel, 1754 (Civitavecchia)

 SCENA VIII
 
 ECCLITICO e LISETTA condotta da due con gl’occhi bendati
 
 LISETTA
855Dove mi conducete;
 siete sbirri, sicari o ladri siete?
 ECCLITICO
 Levategli la benda,
 or che la fortunata
 a questo nostro mondo è già arrivata. (Gli levano la benda)
 LISETTA
860Ohimè, respiro un poco.
 ECCLITICO
 Bella ragazza, io gioco
 che dove adesso siate
 voi non v'immaginate.
 LISETTA
                                            E che volete,
 caro signor Ecclitico, ch'io sappia?
865Dormivo ancor nel letto
 allorché son venuti
 quei marioli cornuti,
 m'hanno bendati gl'occhi,
 m'hanno condotta via
870e adesso non so dir dove mi sia.
 ECCLITICO
 Lisetta, avete avuta la fortuna
 d'esser passata al mondo della luna.
 LISETTA
 Ah ah mi fate ridere;
 non sono una bambina
875da credere a sì fatte scioccherie.
 ECCLITICO
 Delle parole mie
 voi la pruova vedrete
 quando sposa sarete
 del nostro imperatore
880che pel vostro bel viso arde d'amore.
 LISETTA
 La favola va lunga.
 Il padrone dov'è?
 ECCLITICO
                                   Morto si finse
 ma nel mondo lunar egli è passato
 e anch'io doppo di lui sono arrivato.
 LISETTA
885Caro signor Ecclitico
 non mi fate adirar. Per qual cagione,
 ditemi, uscir di casa mi faceste?
 ECCLITICO
 Di casa uscir credeste;
 ma dal balcon passata
890foste qui da una nuvola portata.
 LISETTA
 Orsù tali pazzie soffrir non voglio.
 Vuo' saper dove tende quest'imbroglio.
 ECCLITICO
 Ecco il vostro padrone,
 domandatelo a lui che lo saprà.
895Io vado a ritrovar sua maestà. (Parte)