Il mondo della luna, libretto, Roma, Zempel, 1754 (Civitavecchia)

                                     Ve n’assicuro.
 CINTIA
 Giurate.
 GIACINTO
                   Sulla mia beltà lo giuro.
 CINTIA
825Se sarete fedele,
 se voi m’obbedirete,
 credete a me, non ve ne pentirete.
 
    Che cosa son le donne,
 più o meno, già si sa.
830Ma un certo non so che
 mi par d’aver in me
 che più vi piacerà
 e questa è la mia fede,
 la mia sincerità.
 
835   La grazia e la bellezza
 si puol equiparar
 ma quel che più s’apprezza,
 che stentasi a trovar,
 è un cuore come il mio
840che fingere non sa.
 
 SCENA IX
 
 GIACINTO, poi AURORA
 
 GIACINTO
 Esser dovrò crudele,
 per piacer al mio ben? Sì sì, si faccia,
 si svenino, si uccidino
 queste nemiche femine.
845Ma piano per mia fé;
 se uccidessero poi le donne me?
 Vorrei e non vorrei;
 sono fra il sì ed il no.
 Penserò, studierò, risolverò.
 AURORA