Il mondo della luna, libretto, Roma, Zempel, 1754 (Civitavecchia)

 Feritela.
 
 GRAZIOSINO
 
                   Ah!
 
 GIACINTO
 
 Fermatevi.
 
 GRAZIOSINO
 
                        Ah!
 
 CINTIA
 
1040   Tu sei un’indegna.
 
 AURORA
 
 Sei tu maledetta.
 
 A DUE
 
 Vendetta, vendetta
 vuo’ contro di te.
 
 AURORA
 
 Feritela.
 
 GRAZIOSINO
 
                   Ah!
 
 GIACINTO
 
1045Fermatevi.
 
 GRAZIOSINO
 
                        Ah!
 
 CINTIA
 
 Ah perfido!
 
 GRAZIOSINO
 
                         Ah!
 
 AURORA
 
    Fermate, sentite.
 Frenarmi non so.
 
 A QUATTRO
 
    A tempo migliore
1050vendetta farò.
 
 Fine dell’atto secondo
 
 
 ATTO TERZO
 
 SCENA PRIMA
 
 Camera.
 
 RINALDO e FERRAMONTE
 
 RINALDINO
 Al lume di ragion conosco e vedo
 delle donne gl’inganni e l’error mio.
 Voi, Ferramonte, aveste
 forza e valor bastante
1055coi vostri saggi detti
 di farmi vergognar de’ tristi affetti.
 Eccomi ritornato
 uomo qual fui nelle primiere spoglie,
 pien d’eroici pensieri e caute voglie.
 FERRAMONTE
1060Possibile che abbiate
 tanto tempo servito a queste maghe?
 Le femine, sian brutte o siano vaghe,
 hanno a servire a noi
 e servito che ci han si lascian poi.
 RINALDINO
1065I vezzi e le lusinghe
 troppo han di forza sovra il nostro cuore.
 FERRAMONTE
 Questo ceto di donne traditore
 avrà finito il gioco.
 Per invidia fra lor si son sdegnate
1070e si son da sé stesse rovinate.
 
 SCENA II
 
 TULLIA e detti
 
 TULIA
 Ahimè! Chi mi soccorre?
 RINALDINO
                                                Ah Tullia mia!
 FERRAMONTE
 (Amico, state forte). (Piano a Rinaldino)
 TULIA
 Vogliono la mia morte.
 RINALDINO
 E chi è, chi vi minaccia?
 FERRAMONTE
1075(Non la mirate in faccia). (Come sopra)
 TULIA
 Le donne invidiose,
 superbe, orgogliose,
 per il desio d’occupar sole il regno,
 ardono fra di lor d’ira e di sdegno.
 RINALDINO
1080Ah! Voi pietà mi fate.
 FERRAMONTE
 (Rinaldin, non cascate).
 TULIA
 A voi mi raccomando;
 deh voi mi difendete.
 FERRAMONTE
 (Forti, non le credete).
 TULIA
1085Deh non mi abbandonate.
 FERRAMONTE
 (Forti, non le badate).
 RINALDINO
 La devo abbandonare?
 FERRAMONTE
 (Un’altra volta vi vorrà ingannare).
 RINALDINO
 Tulia, che pretendete?
 TULIA
1090Esser a voi soggetta,
 rinunciar del comando
 ogni ragione a voi.
 RINALDINO
                                     Che far degg’io? (A Ferramonte)
 FERRAMONTE
 (Prendetela in parola). (A Rinaldino)
 RINALDINO
 Idolo mio, venite; a questa legge
1095novamente v’accetto.
 TULIA
 Amor e fedeltà io vi prometto.
 
    Al tuo pietoso amore
 il generoso core,
 che libertà mi diede,
1100ingrata non sarò.
 
    Per te delle catene
 veggo disciolto il piede,
 la gioia e non le pene
 io rammentar saprò.
 
 SCENA III
 
 RINALDINO e FERRAMONTE
 
 FERRAMONTE
1105Io rido come un pazzo
 a veder queste femine umiliate
 venir con un pochino di vergogna
 come le cagnoline da Bologna.
 RINALDINO
 Amo Tulia e se posso
1110sperar d’averla in preda,
 senza far onta al mio viril decoro,
 acquistato il mio core avrà un tesoro.
 FERRAMONTE
 Sì, ma badate bene
 che poi a poco a poco
1115non vi faccia la donna un brutto gioco.
 
    Le donne col cervello
 la sogliono studiar.
 Principiano bel bello
 coi vezzi ad incantar;
 
1120   e quando l’uomo è preso
 e quando l’hanno acceso
 si gonfiano, s’inalzano
 e voglion comandar. (Parte)
 
 SCENA IV
 
 RINALDINO
 
 RINALDINO
 Il periglio passato
1125cauto mi ha reso e colla donna accorta
 cieco più non sarò. Tullia peraltro
 non è delle più scaltre,
 che se tal fosse stata
 questa spada serbata io non avrei,
1130per troncare con questa i lacci miei.
 Onde amarla poss’io senza timore
 che ingannare mi voglia il di lei cuore.
 
    E’ un dolce tesoro
 la pace, la calma.
1135Felice quell’alma
 che ignora il timor.
 
    Non mancan pretesti
 per esser scontenti.
 Gelosi tormenti
1140non prova il mio cor.
 
 SCENA V
 
 AURORA e GRAZIOSINO
 
 GRAZIOSINO
 Non ne vuo’ più sapere.
 AURORA
                                              Io son perduta,
 se voi mi abbandonate.
 GRAZIOSINO
 Siete femine tutte indiavolate.
 AURORA