Il mondo della luna, libretto, Dresda, 1754

 AURORA
920Dunque Cintia garbata,
 superba indiavolata,
 per desio di regnar volea bel bello
 delle misere donne far macello?
 L’invidia, l’ambizione e l’avarizia
925faran precipitare il nostro regno
 e abbiam per sostenerlo poco ingegno.
 Ma, giacch’ella volea
 questa spada mirar nel seno mio,
 voglio provar anch’io di far lo stesso.
930La vendetta è comune al nostro sesso.
 Ecco il mio Graziosino;
 ei che m’ama davvero
 sarà l’essecutor del mio pensiero.
 GRAZIOSINO
 Ma io, Aurora cara,
935ma io non posso più; se spesso spesso
 io non vi vedrò,
 credetemi, davvero io creperò.
 AURORA
 Eh Graziosino mio, siamo traditi.
 Vedete questa spada?
 GRAZIOSINO
                                           Sì, la vedo. (Con timore)
 AURORA
940Questa spada dovea passarmi il petto
 ma il ciel benigno e pio
 serbato ha il viver mio di tal disgrazia.
 GRAZIOSINO
 Signora mia, con vostra buona grazia. (In atto di partire)
 AURORA
 Come! Voi mi lasciate?
 GRAZIOSINO
945Vi dirò; perdonate.
 Allorch’io sento favellar di morte
 il cuor mi batte in seno forte forte.
 AURORA
 Ah misera ch’io sono!
 Amo un ingrato che per me non sente
950né timor né pietà. Cintia ha trovato
 chi volea secondar il suo disegno;
 ed io di giusto sdegno
 accesa vanamente e invendicata
 rimanere dovrò? Son disperata.
 GRAZIOSINO
955Ma cosa dovrei far?
 AURORA
                                       Con questa spada
 passar a Cintia il petto.
 GRAZIOSINO
 E non altro?
 AURORA
                          Non altro.
 Alfin non è gran cosa,
 per un uomo, ammazzar femina imbelle.
 GRAZIOSINO
960Queste, lo dico anch’io, son bagatelle.
 AURORA
 Dunque avete risolto?
 GRAZIOSINO
                                           Non lo so.
 AURORA
 Risolvere convien.
 GRAZIOSINO
                                    Risolverò.
 AURORA
 Perché non accettate
 questo impegno a drittura?
 GRAZIOSINO
965Perché, a dirla, ho un pochino di paura.