Il mondo della luna, libretto, Bologna, Sassi, 1755

 SCENA IV
 
 ECCLITICO, poi ERNESTO e CECCO
 
 ECCLITICO
 Io la caccia non fo alle sue monete
190ma vorrei, se potessi,
 la sua figlia Clarice,
 custodita con tanta gelosia,
 torla dalle sue mani e farla mia.
 ERNESTO
 Amico, vi son schiavo.
 ECCLITICO
195Servo, signor Ernesto.
 CECCO
                                           Riverisco
 il signor segretario della luna.
 ECCLITICO
 Sei pazzo e tal morrai.
 ERNESTO
                                           Veduto escire
 ho dalla vostra casa
 il signor Buonafede. È vostro amico?
 ECCLITICO
200Amico ed amicone
 della mia strepitosa professione.
 ERNESTO
 Egli ha una bella figlia.
 ECCLITICO
                                             Anzi n'ha due.
 CECCO
 Anzi rassembra a me
 che colla cameriera n'abbia tre.
 ERNESTO
205Son di Flaminia amante.
 ECCLITICO
 Ed io Clarice adoro.
 CECCO
 Per Lisetta ancor io spasimo e moro.
 ERNESTO
 L'ho chiesta a Buonafede
 ed ei me l'ha negata.
 ECCLITICO
210Spera di maritar le proprie figlie
 con prencipi d'altezza.
 CECCO
                                           E così spera
 a un conte maritar la cameriera.
 ECCLITICO
 Corrisponde Flaminia all'amor vostro?
 ERNESTO
 Mi ama con tutto il cor.
 CECCO
                                             La mia Lisetta
215per le bellezze mie par impazzita.
 ECCLITICO
 E Clarice è di me pur invaghita.
 Ditemi, vogliam noi
 rapirle a questo pazzo?
 ERNESTO
                                             Il ciel volesse!
 ECCLITICO
 Secondatemi dunque e non temete.
 CECCO
220Un ottimo mezzan so che voi siete.
 ECCLITICO
 Di denar come state?
 ERNESTO
                                          Quando occorra,
 io vuoterò l'errario.
 CECCO
 Io sacrificherò tutto il salario.
 ECCLITICO
 Andiamo; ho un machinista
225che prodigi sa far. Con il mio ingegno
 oggi di far m'impegno
 che il signor Buonafede, o sia baggiano,
 le tre donne ci dia colla sua mano.
 CECCO
 Oh bravo!
 ERNESTO
                      E come mai?
 ECCLITICO
                                                Tutto saprete.
230Preparate monete,
 preparate di far quel che dirò
 e la parola mia vi manterrò.
 Vorrei su questo fatto
 fare intesa Clarice;
235ma è donna, chi sa poi
 se tacere sapesse?
 So che dice il proverbio:
 «Un segreto a una donna hai confidato,
 in breve lo sa tutto il vicinato».
 
240   Un segreto, o donne care,
 per tacer fate così:
 «Senti, amica, ci, ci, ci;
 ma silenzio; uh non va detto;
 oh comare, il bel casetto;
245ma silenzio! Uh preme assai».
 
    E con questa manierina
 lo sa Momola e Checchina,
 Livia, Tonola e Pandora
 e non passa un quarto d'ora
250che n'è piena la città.