Il mondo della luna, libretto, Bologna, Sassi, 1755

1145gattipardi, pantere, orsi e mastini
 mi sento a divorar negl’intestini.
 GRAZIOSINO
 Ecco qui un altro imbroglio.
 CINTIA
 Fermate; è mio quel soglio,
 io vi voglio salir. Ma Giove irato
1150mi fulmina e precipita
 e la terra mi affoga e il mar mi accoppa,
 ahimè, mi danno un maglio sulla coppa.
 GRAZIOSINO
 Questa è pazza davvero.
 CINTIA
 Buongiorno, cavaliero.
 GRAZIOSINO
1155Schiavo, padrona mia.
 CINTIA
 Andate col malan ch’il ciel vi dia.
 GRAZIOSINO
 (Ha perduto il cervello).
 CINTIA
 Perfido, tu sei quello
 che vuol rapirmi il trono?
1160Vattene o ti bastono.
 GRAZIOSINO
                                        Io non so nulla.
 CINTIA
 
    Il capo mi frulla,
 la testa sen va.
 La la laranlalla
 la lan laranlà.
 
 GRAZIOSINO
1165Quando in capo alle belle
 entran le frenesie,
 si vedono da lor mille pazzie.
 CINTIA
 Olà, tu sei mio schiavo.
 GRAZIOSINO
                                             Sì signora.
 CINTIA
 Accostati.
 GRAZIOSINO
                     Son qui.
 CINTIA
                                       Vanne in malora.
 GRAZIOSINO
1170La vaga tradir non può l’usanza
 e anche pazza mantien la sua incostanza.
 CINTIA
 Olà superbo altero
 del mio sovrano impero,
 mi conosci, briccon, sai tu chi sono?
1175Inginochiati al trono;
 giurami fedeltà con obbedienza;
 abbassa il capo; e fammi riverenza.
 GRAZIOSINO
 Eh via che siete pazza...
 CINTIA
                                              Ah temerario,
 così parli con me?
1180Giurami fedeltade a tuo dispetto
 o ch’io ti caccio questo stile in petto.
 GRAZIOSINO
 Piano, piano, son qui, tutto farò.
 CINTIA
 Giurami fedeltà.
 GRAZIOSINO
                                  La giurerò.
 
    Giuro... signora sì.
1185Ma cosa ho da giurar?
 Giuro (che via di qui
 procurerò d’andar).
 
    Fermate, giuro, giuro
 servirvi, obbedirvi,
1190piacervi, vedervi,
 amarvi, onorarvi
 e irvi, irvi, arvi
 con tutta fedeltà.
 
 SCENA VII
 
 CINTIA, poi GIACINTO
 
 CINTIA
 Ahi, ch’è un piacer soave
1195di chi ama tener gl’uomini sotto.
 Ma ohimè veggo distrutta
 questa nostra grand’opra
 e gl’uomini vuon star a noi di sopra.
 GIACINTO
 Viva il sesso virile;
1200viva anch’il feminile,
 finalmente goderano con noi.
 CINTIA
 Giacinto.
 GIACINTO
                    Che bramate?
 CINTIA
 Voglio che voi mi amate.
 GIACINTO
                                                Questo «voglio»
 a voi, signora, non sta bene in bocca,
1205perché a chi ama comandar non tocca.
 CINTIA
 Ma voi siete mio schiavo.
 GIACINTO
                                                 Schiavo io fui,
 è ver, della bellezza;
 ma veggo alfin che la bellezza nostra
 è assai migliore e val più della vostra.
 CINTIA
1210Dunque voi mi lasciate?
 GIACINTO
 Se l’amor mio bramate,
 pregatemi, umiliatevi,
 abbassate l’orgoglio e inginocchiatevi.