Il mondo della luna, libretto, Perugia, Costantini e Maurizi, 1756

 SCENA VII
 
 Camera in casa di Buonafede con loggia aperta, tavolino con lumi e sedie.
 
 FLAMINIA e CLARICE
 
 CLARICE
 Eh venite, germana,
280andiam su quella loggia
 a goder della notte il bel sereno.
 FLAMINIA
 Se il genitore austero
 ci ritrova colà, misere noi.
 CLARICE
 Che badi a' fatti suoi.
285Ci vuol tener rinchiuse,
 come fossimo noi tele di ragno.
 FLAMINIA
 Finché noi siam soggette
 al genitor, convien soffrire.
 CLARICE
 Ma io per vero dire,
290stanca di questa soggezzion noiosa,
 non veggo l'ora d'essere la sposa.
 FLAMINIA
 E quando sarem spose
 avrem di soggezzion finiti i guai?
 Anzi sarem soggette più che mai.
 CLARICE
295Eh sorella, i mariti
 non son più tanto austeri.
 Aman la libertade al par di noi;
 ed abbada ciascuno ai fatti suoi.
 FLAMINIA
 Felici noi, se ci toccasse in sorte
300un marito alla moda. Ah sventurate,
 se un geloso ci tocca.
 CLARICE
                                        In pochi giorni
 o che io lo guarirei
 o che al mondo di là lo manderei.
 FLAMINIA
 Vorreste forse avvelenarlo?
 CLARICE
                                                    Oibò.
305Ma il segreto io so
 con cui questi gelosi
 dalle donne si fan morir rabbiosi.
 FLAMINIA
 Se l'accordasse il padre,
 sperarei con Ernesto esser felice.
 CLARICE
310Lo sperarei anch'io
 con Ecclitico mio.
 FLAMINIA
 Quell'Ecclitico vostro
 è un uom ch'altro non pensa
 che a contemplar or l'una, or l'altra stella.
 CLARICE
315Questo è quello, sorella,
 che in lui mi piace più.
 Finché ei pensa alla luna o vero al sole,
 la sua moglie farà quello che vuole.
 FLAMINIA
 Ma il genitor io temo
320non vorrà soddisfarci.
 CLARICE
                                           Evvi in tal caso
 un ottimo espediente.
 Maritarci da noi senza dir niente.
 FLAMINIA
 Ciò so che non conviene a onesta figlia
 ma se amor mi consiglia,
325e il padre a me si oppone,
 io temo che all'amor ceda ragione.
 
    Affetti non turbate
 la pace all'alma mia,
 sia vostra scelta o sia
330l'oprar necessità.
 
    Perché rei vi credete
 se liberi non siete,
 perché non vi cangiate
 se avete libertà.