Il mondo della luna, libretto, Londra, Woodfall, 1760

 GRAZIOSINO
145Sì, cara, farò tutto.
 Farò la cameriera;
 farò la cuciniera;
 farò tutte le cose più triviali;
 laverò le scudelle e gli orinali.
 AURORA
150In cose tanto abiette
 impiegarvi non vuo’. Voi siete alfine
 il mio caro, il mio bello,
 il mio amor tenerello,
 il mio fedele amato Graziosino,
155tanto caro al mio cor, tanto bellino.
 
    Quegli occhietti sì furbetti
 m’hanno fatta innamorar;
 quel bocchino piccinino
 mi fa sempre sospirar;
 
160   caro il mio bene,
 dolce mia spene,
 sempre sempre
 ti voglio amar.
 
    (Ei gode tutto
165e questo è il frutto
 della lusinga.
 Ami o lo finga
 donna che vuole
 l’uomo incantar).
 
 SCENA V
 
 GRAZIOSINO solo
 
 GRAZIOSINO
170Oh che gusto, oh che gusto! Ah che mi sento
 andar per il contento il cor in brodo.
 Graziosin fortunato! Oh quanto io godo.
 Non si può dar nel mondo
 piacer che sia maggiore
175d’un corrisposto amore. Aman le belve,
 amano i sordi pesci, aman gli augelli,
 le pecore e gli agnelli;
 amano i cani e i gatti
 e quei che amar non san son tutti matti.
 
180   Quel caro visetto,
 quei lucidi occhietti,
 quel fulgido aspetto,
 quel bel portamento,