Il mondo della luna, libretto, Barcellona, Generas, 1765

 ma il senno ed il saper più che virile.
 TULLIA
 Raguniamo il consiglio,
 facciam che stabilite
80siano leggi migliori, onde si renda
 impossibile all’uom scuotere il giogo,
 che se l’uomo ritorna ad esser fiero,
 farà stragge crudel del nostro impero.
 
    Fiero leon, che audace
85scorsa per l’ampia arena,
 soffre la sua catena
 e minacciar non sa.
 
    Ma se quei lacci spezza,
 torna alla sua fierezza,
90straggi facendo ei va. (Parte)
 
 SCENA IV
 
 AURORA, poi GRAZIOSINO
 
 AURORA
 Che piacer, che diletto
 può reccar alla donna il fier rigore,
 trattar con amore
 gli uomini a noi sogetti
95soffrir gli fa la servitude in pace.
 GIACINTO
 Signora.
 AURORA
                   Cosa fate?
 GIACINTO
 Lavoro in fretta in fretta
 e in tre mesi ho fatto mezza calzetta.
 AURORA
 Lasciate il lavorar, venite qui.
 GIACINTO
100Bene signora sì.
 AURORA
 Obbedirete sempre a cenni miei.
 GIACINTO
 Io faccio quello che comanda lei.
 AURORA
 Caro il mio Giacintino,
 siete tanto bellino.
 GIACINTO
105Mi fate vergognar.
 AURORA
                                     Vi voglio bene
 e vedrete del mio amor il frutto.
 GIACINTO
 Queste parole mi consolan tutto.
 AURORA
 Bacciatemi la mano.
 GIACINTO
                                        Gnora sì.
 AURORA
 Perché voi mi piacete,
110vi fo molte finezze.
 GIACINTO
 Oh benedete sian le mie belezze.
 AURORA
 Se farete così, vi vorrò bene.
 GIACINTO
 Sì cara, farò tutto,
 farò la cameriera,
115farò la cucciniera,
 farò tutte le cose più treviali,
 laverò le scudelle e gli orinali.
 
    Quando gli augelli cantano,
 amor li fa cantar.
120E quando i pesci guizzano,
 amor li fa guizzar.
 
    La pecora, la tortora,
 la passera, la lodola
 amor fa giubilar. (Parte)
 
 SCENA V
 
 AURORA e GRAZIOSINO
 
 GRAZIOSINO
125Ed io pure son sempre a’ cenni vostri
 e son pronto per servir mia bella
 a spazzar il lavatoio non che la scudella.
 AURORA
 In cose tanto abiette
 impiegarvi non vuo’, voi siete alfine
130il mio caro, il mio bello,
 il mio amor tenerello,
 il mio fedele amato Graziosino,
 tanto caro al mio cuor, tanto bellino.
 
    Quegl’occhietti sì furbetti
135m’hanno fatto innamorar.
 Quel bocchino piccinino
 mi fa sempre sospirar.
 
    Caro il mio bene,
 dolce mia speme,
140sempre ti voglio amar. (Parte)
 
 SCENA VI
 
 GIACINTO, indi CINTIA
 
 GIACINTO
 
    Madre natura
 tu m’hai tradito
 ma t’ho schernito
 con farmi bello
145con il penello,
 come le donne
 soglion far.
 
 GIACINTO
 Questi capelli invero,
 questo capel che con la polve è intriso
150fa risaltar mirabilmente il viso.
 Al raggirar di queste