Il mondo della luna, libretto, Barcellona, Generas, 1765

 conservare si de’ ma per serbarla
375da tre cose guardar noi ci dobbiamo.
 Di troppa tirannia,
 dalla incostanza e dalla gelosia.
 Il tirannico impero poco dura,
 ciascun fuggir procura
380da un incostante cuore;
 e sdegno fa di gelosia il furore,
 onde perché si serbi
 la cara libertà che noi godiamo
 fide, caute, pietose esser dobiamo.
 CORO
 
385   Libertà, cara libertà.
 Bel piacere, bel godere
 che diletto al cor mi dà.
 
 AURORA
 Incostanza non chiamo
 se acquistar più vassali io cerco e bramo.
 CORO
 
390   Libertà, cara libertà.
 
 CINTIA
 Ma usurpar non si deve
 i dritti altrui. Ma colle smorfie e i vezzi
 gli uomini non si fanno cascar morti,
 per far alle compagne insulti e torti.
395Faccia ognuno a suo senno,
 ogniuna si conduca come vuole
 finché la libertà goder si puole.
 CORO
 
    Libertà, cara libertà.
 
 TULLIA
 Li diversi pareri, che nelle varie
400menti nostre ricetta,
 pensar mi fa ch’utile più saria
 introdurre fra noi la monarchia.
 D’una sola il governo
 far si potrebbe eterno; e in questa guisa,
405se una femina sola impera e regge,
 tutte avran a osservar la stessa legge.
 CINTIA
 Non mi spiace il pensier ma chi di noi
 esser atta potria
 a sostener la nova monarchia?
 TULLIA
410Quella che ha più giudizio,
 quella che ha più consiglio,
 che sa con più prudenza
 il rigor porre in uso e la clemenza.
 AURORA
 L’impero si conviene
415a femina che sappia
 con dolci di pietà suavi frutti
 in catene tener gli uomini tutti.
 CINTIA
 Anzi colei che fiera
 sul feminile soglio
420degli uomini frenar sappia l’orgoglio.
 TULLIA
 Facciam così, ciascuna
 si proponga di noi, ciascuna ai voti
 il proprio nome esponga. Il trono eccelso
 indi a quella si dia