Il mondo della luna, libretto, Venezia, Graziosi, 1775

250lingua non ho bastante
 per render grazie al vostro dolce amore.
 Concedete il favore
 che rispettosamente
 e umilissimamente
255io vi possa baciar la bella mano.
 CINTIA
 Oh signor no; voi lo sperate invano.
 GIACINTO
 Ma perché mai? Perché?
 CINTIA
 Queste grazie da me
 non si han sì facilmente.
 GIACINTO
260Io morirò.
 CINTIA
                      No me n’importa niente.
 GIACINTO
 Dunque, se non v’importa,
 d’altra bella sarò.
 CINTIA
                                  Voi siete mio.
 GIACINTO
 Che ne volete far?
 CINTIA
                                    Quel che vogl’io.
 GIACINTO
 Ah quel dolce rigor più m’incatena!
265Soffrirò la mia pena,
 morirò, schiatterò, se lo bramate.
 Basta, bell’idol mio, che voi mi amate.
 
    In quel volto siede un nume
 che fa strage del mio cor;
270in quegl’occhi veggo un lume
 che mi fa sperare amor.
 E frattanto vivo in pianto
 ed un uomo sì ben fatto
 contrafatto morirà.
 
275   Se adorata esser volete,
 ecco qui, v’adorerò. (S’inginochia)