Il negligente, libretto, Parma, Monti, 1752 (Lodi, Il trascurato)

 SCENA V
 
 PORPORINA, poi DORINDO
 
 PORPORINA
 Io mi vuo' maritar. Pasquino, è vero,
 è un poco sempliciotto; ma talvolta
 un mezzo scimunito
 suol esser per la donna un buon marito.
 DORINDO
165Quella giovine bella.
 PORPORINA
                                        Oh mio padrone,
 chi dimanda?
 DORINDO
                             Sono in casa venuto.
 L'ardir mio condonate.
 PORPORINA
 Ditemi, che volete e chi cercate?
 DORINDO
 Il signor Filiberto
170è in casa?
 PORPORINA
                     È in casa.
 DORINDO
                                         Si potria vedere?
 PORPORINA
 Se avete da parlar di qualche affare
 difficile sarà.
 DORINDO
 Per dir la verità,
 so che siete una giovine prudente,
175di veder lui non me n'importa niente.
 Lisaura bramerei...
 PORPORINA
                                      Ah ah, v'ho inteso.
 Garbato signorino,
 non cercate Marforio ma Pasquino.
 DORINDO
 A voi mi raccomando.
180Permettete ch'io possa
 dirle almen due parole.
 PORPORINA
 Oh no no, non si puole.
 Andate via.
 DORINDO
                        Possibile che siate
 tanto crudele!
 PORPORINA
                             Andate via, vi dico.
 DORINDO
185Vi sarò buon amico.
 So il mio dover.
 PORPORINA
                                Come sarebbe a dire.
 DORINDO
 Io vi regalerò.
 PORPORINA
                             Questi venturi
 non mi piacciono punto. Andate via.
 DORINDO
 Vi prego in cortesia.
 PORPORINA
                                        No no, non posso.
 DORINDO
190Ma perché non potete?
 Porporina, tenete
 questa piccola borsa.