Il negligente, libretto, Parma, Monti, 1752 (Lodi, Il trascurato)

 SCENA IX
 
 FILIBERTO, poi LISAURA
 
 FILIBERTO
 L'ho sempre detto ch'è una buona figlia
345Aurelia, di buon'indole e talento,
 e di prenderla in moglie io son contento.
 Ma quando? Eh si farà! Ma mi potrebbe
 fuggire dalle mani. Andiamo subito,
 pria che qualch'altro amor n'occupi il loco.
350N'andrò ma pria vuo' riposarmi un poco. (Siede)
 LISAURA
 Signor padre, un affar di gran premura
 mi conduce da voi.
 FILIBERTO
 Di grazia andate e tornarete poi.
 LISAURA
 Il cielo mi presenta
355una buona fortuna.
 FILIBERTO
 Me ne rallegro assai.
 LISAURA
                                        Dorindo, il figlio
 di quel ricco mercante
 mi si è scoperto amante.
 FILIBERTO
 Benissimo, e così?
 LISAURA
                                     Mi brama in moglie.
 FILIBERTO
360Ne parleremo poi.
 LISAURA
 Volea venir da voi
 ma per non annoiarvi ei si trattiene.
 FILIBERTO
 In questo ha fatto bene.
 Io non vuo' secature.
 LISAURA
365Aspetta la risposta.
 FILIBERTO
                                      Aspetti pure.
 LISAURA
 Dunque, che gl'ho da dire?
 FILIBERTO
 Per or se ne può ire.
 Ci penseremo, tornerà.
 LISAURA
                                             Ma quando?
 FILIBERTO
 Oh l'è lunga!
 LISAURA
                           Io stessa
370da lui ritornerò.
 FILIBERTO
 Da lui? Signora no.
 LISAURA
 Dunque anderete voi.
 FILIBERTO
 Non posso, non ne ho voglia.
 LISAURA
 La civiltà lo vuole.
375Conosco il dover mio;
 se non ci andate voi ci anderò io.
 
    Deh non fate ch'io vi chiami
 crudo padre e dispietato,
 del mio core innamorato
380deh movetevi a pietà.
 
    Lo sapete s'io fui sempre
 rassegnata ed umil figlia;
 ma l'affetto or mi consiglia
 né so dir quel che sarà.
 
 Aria mutata nell’atto primo, scena IX, invece dell’aria «Deh non fate ch’io vi chiami»
 
385   Minacci il padre altero,
 sii fiero o sii sdegnato,
 ma forsi un dì placato
 l'ire cangiar dovrà.
 
    Scorgo del padre mio
390l'interno del suo cuore,
 per me non ha più amore,
 per me non ha pietà.