Il negligente, libretto, Trieste, Trattner, 1756

 SCENA VIII
 
 FILIBERTO, poi LISAURA
 
 FILIBERTO
300L'ho sempre detto ch'è una buona figlia
 Aurelia, di buon'indole e talento,
 e di prenderla in moglie io son contento.
 Ma quando? Eh si farà! Ma mi potrebbe
 fuggire dalle mani, andiamo subito,
305pria che qualch'altro amor n'occupi il loco.
 V'andrò; ma pria vo' riposarmi un poco. (Siede)
 LISAURA
 Signor padre, un affar di premura
 mi conduce da voi.
 FILIBERTO
 Di grazia andate e tornerete poi.
 LISAURA
310Il cielo mi presenta
 una buona fortuna.
 FILIBERTO
 Me ne rallegro assai.
 LISAURA
                                        Dorindo, il figlio
 di quel ricco mercante,
 mi si è scoperto amante.
 FILIBERTO
315Benissimo; e così?
 LISAURA
                                     Mi brama in moglie.
 FILIBERTO
 Ne parleremo poi.
 LISAURA
 Volea venir da voi
 ma per non annoiarvi ei si trattiene.
 FILIBERTO
 In questo ha fatto bene;
320io non vo' seccature.
 LISAURA
 Aspetta la risposta.
 FILIBERTO
                                      Aspetti pure.
 LISAURA
 Dunque, che gli ho da dire?
 FILIBERTO
 Per or se ne può ire.
 Ci penseremo, tornerà.
 LISAURA
                                             Ma quando?
 FILIBERTO
325Oh l'è lunga.
 LISAURA
                          Io stessa
 da lui ritornerò.
 FILIBERTO
 Da lui? Signora no.
 LISAURA
 Dunque anderete voi.
 FILIBERTO
 Non posso, non ne ho voglia.
 LISAURA
330La civiltà lo vuole;
 conosco il dover mio;
 se non ci andate voi, ci anderò io.
 
    Padre, oh dio, se vi consiglia
 quel amor, che ad una figlia
335voi serbate, e la sua sorte
 deh movetevi a pietà.
 
    Là v'attende il sposo mio
 che non sofre sventurato
 di vedersi disprezzato,
340deh non fate che l'uccida
 o l'affanno o il suo dolor.