Il negligente, libretto, Trieste, Trattner, 1756

 SCENA V
 
 PORPORINA e PASQUINO
 
 PASQUINO
 Per questa volta è andata bene.
 PORPORINA
                                                           In grazia
640del mio giudizio.
 PASQUINO
                                  Sì, gioia mia bella,
 tu sei una ragazza
 che può star per dottrina in paragone
 d'Ovidio, Quinto Curzio e Cicerone.
 PORPORINA
 Tutto ho fatto per te.
645Peraltro in vita mia
 io non so d'aver detta una bugia.
 PASQUINO
 Dunque mi porti amore?
 PORPORINA
 Ti amo con tutto il core.
 PASQUINO
 Dunque tu mia sarai?
 PORPORINA
650Sì, Pasquin, sarò tua, se mi vorrai.
 PASQUINO
 Se ti vorrò? Cospetto!
 Non bramo altri che te.
 Per quel tuo bel visino
 lascierei la minestra, il pane, il vino.
 PORPORINA
655Ma quando mi darai...
 PASQUINO
                                            Cosa?
 PORPORINA
                                                          La mano?
 PASQUINO
 Eccola, se la vuoi.
 PORPORINA
 La prenderei ma poi...
 PASQUINO
 Ma poi di che hai paura?
 PORPORINA
 Che tu mi dica il ver non son sicura.
 PASQUINO
660Vo' che ti mostri il cor? Dammi un cortello,
 voglio spaccarmi il petto,
 voglio mostrarti il cor.
 PORPORINA
                                           No poveretto;
 lo so che mi vuoi bene.
 Ma un po' di gelosia mi dà martello.
 PASQUINO
665Maledetta disgrazia è l'esser bello!
 PORPORINA
 Quei cari e belli occhietti
 saranno tutti miei?
 PASQUINO
                                      Sì.
 PORPORINA
                                              Non m'inganni,
 posso prestarti fé?
 PASQUINO
                                     Sì.
 PORPORINA
                                             Tu mio sposo
 esser dunque vorrai?
 PASQUINO
                                          Sì, bel visetto.
 PORPORINA
670Oh che bella fortuna! Oh che diletto!
 
    Oimè, che fuor del petto
 mi vien sul labbro il cor;
 ma su quel bel labbretto
 veggo il tuo core ancor.
 
675   Dammi il tuo core, oh dio!
 Prenditi, o caro, il mio,
 piglialo, che tel dono,
 dammelo per pietà.