Il negligente, libretto, San Pietroburgo, stamperia del corpo dei Cadetti, 1758

 SCENA V
 
 PORPORINA, poi DORINDO
 
 PORPORINA
 Io mi vo' maritar. Pasquino, è vero,
 è un poco sempliciotto ma talvolta
125un mezzo scimunito
 suol esser per la donna un buon marito.
 DORINDO
 Quella giovine bella.
 PORPORINA
                                        Oh mio padrone,
 chi dimanda?
 DORINDO
                             Il signor Filiberto
 è in casa?
 PORPORINA
                     È in casa?
 DORINDO
                                          Si potria vedere?
 PORPORINA
130Se avete da parlar di qualche affare,
 difficile sarà.
 DORINDO
 Per dir la verità,
 so che siete una giovine prudente;
 di veder lui non me n'importa niente;
135Lisaura bramarei...
 PORPORINA
                                      Ah, ah, v'ho inteso.
 Garbato signorino,
 non cercate Marforio ma Pasquino.
 DORINDO
 A voi mi raccomando.
 Permettete ch'io possa
140dirle almen due parole.
 PORPORINA
 Oh, no, questo non si puole.
 Andate via.
 DORINDO
 Io vi regalerò.
 PORPORINA
                             Questi futuri
 non mi piacciono punto. Andate via.
 DORINDO
145Vi prego in cortesia.
 PORPORINA
                                        No no, non posso.
 DORINDO
 Ma perché non potete?
 Porporina, tenete
 questa piciolla borsa,
 per caparra di quel ch'io vi darò.
 PORPORINA
150Grazie, grazie, voi siete (Prende la borsa)
 veramente garbato.
 Io non posso veder patir nessuno
 spezialmente quand'uno
 è come siete voi, gentil così,
155m'adoprerei per lui la notte, il dì.
 
    Non posso soffrire
 vedervi languire,
 ho un cor troppo tenero,
 vi voglio aiutar.
 
160   (Perché non è avaro,
 non prezza il danaro,
 lo vuo' consolar).
 Ho un cor troppo tenero,
 vi voglio aiutar.