Il negligente, libretto, San Pietroburgo, stamperia del corpo dei Cadetti, 1758

 SCENA VIII
 
 AURELIA, poi FILIBERTO
 
 AURELIA
200O bene o mal che sia,
 quando a noialtre donne
 ci vien quest'appetito,
 senza filosofar pigliam marito.
 FILIBERTO
 Bene, bene, non mi stancate,
205sì si farà, si farà,
 oh Aurelia che fate?
 AURELIA
 Benissimo starei
 se fossi in grazia sua.
 FILIBERTO
 La mia grazia lo sai che tutta è tua.
 AURELIA
210S'accomodi un pochino.
 Guardate, poverino,
 egl'è tutto sudato; (Lo assiuga)
 si sarà affaticato.
 FILIBERTO
                                  Se lo dico.
 Mi voglion far crepare.
 AURELIA
215Eh signor Filiberto,
 io so che vi vorrebbe
 per solevarvi da cotanti affanni.
 FILIBERTO
 Sì la mia cara Aurelina,
 dite, che vi vorrebbe?
 AURELIA
                                           Una sposina.
 FILIBERTO
220Una sposina!
 AURELIA
 Vi vorrebbe una moglie
 che solevar sapesse
 dagli affarri il marito.
 FILIBERTO
 Oh il ciel volesse che una donna tale
225ritrovar io potessi.
 Non so dire per lei cosa facessi.
 AURELIA
 Per vendere e comprar son nata apposta.
 FILIBERTO
 Oh brava.
 AURELIA
                      So di conti e di scritura.
 Ed ho l'ecconomia già per natura.
 FILIBERTO
230Dimmi. Aurelia, inclinata
 sei tu pel matrimonio?
 AURELIA
                                             Oh signor no.
 FILIBERTO
 E s'io ti proponessi un buon partito?
 AURELIA
 Quando fosse il marito...
 Come sarebbe a dir...
 FILIBERTO
                                          Via, parla schietto.
 AURELIA
235Mi vergogno davvero.
 FILIBERTO
 Qui nessuno ci sente.
 AURELIA
 Quando fosse il marito come voi...
 FILIBERTO
 Tuo marito sarò, se tu mi vuoi.
 AURELIA
 Ma io povera sono e non ho dote.
 FILIBERTO
240Io te la farò.
 AURELIA
                         E poi... signor... io so
 che graziosa non sono e non son bella.
 FILIBERTO
 Cara, tu agli occhi miei sembri una stella.
 AURELIA
 
    Oimè cos'è quello
 ch'io provo nel core.
245Nemica d'amore
 son stata finor.
 Adesso per voi
 mi sento languir.
 Ma, caro, ma poi
250di me che sarà?
 
    Son troppo innocente
 nell'arte d'amor.
 Oimè non vorrei
 lasciarmi inganar.
255Di me semplicetta,
 di me poveretta,
 abiate pietà.