Il negligente, libretto, Brunswick, 1760

 SCENA IX
 
 FILIBERTO, poi LISAURA
 
 FILIBERTO
 L'ho sempre detto ch'è una buona figlia,
 Aurelia, di buon'indole e talento,
 e di prenderla in moglie io son contento. (Siede)
 LISAURA
320Signor padre, un affar di gran premura
 mi conduce da voi.
 FILIBERTO
 Di grazia andate e tornerete poi.
 LISAURA
 Il cielo mi presenta
 una buona fortuna.
 FILIBERTO
325Me ne rallegro assai.
 LISAURA
                                        Dorindo, il figlio
 di quel ricco mercante,
 mi si è scoperto amante.
 FILIBERTO
 Benissimo, e così?
 LISAURA
                                     Mi brama in moglie.
 FILIBERTO
 Ne parleremo poi.
 LISAURA
330Volea venir da voi
 ma per non annoiarvi ei si trattiene.
 FILIBERTO
 In questo ha fatto bene.
 Io non vo' seccature.
 LISAURA
 Aspetta la risposta.
 FILIBERTO
                                      Aspetti pure.
 LISAURA
335Dunque, che gli ho da dire?
 FILIBERTO
 Per or se ne può ire;
 ci penseremo, tornerà.
 LISAURA
                                            Ma quando?
 FILIBERTO
 Oh l'è lunga!
 LISAURA
                           Io stessa
 da lui ritornerò.
 FILIBERTO
340Da lui? Signora no.
 LISAURA
 Dunque anderete voi.
 FILIBERTO
 Non posso, non ne ho voglia.
 LISAURA
 La civiltà lo vuole.
 Conosco il dover mio,
345se non ci andate voi ci anderò io.
 
    Ah non son io che parlo,
 è 'l barbaro dolore
 che mi divide il core,
 che delirar mi fa.
 
350   Non cura il ciel tiranno
 l'affanno in cui mi vedo,
 un fulmine gli chiedo
 e un fulmine non ha. (Parte)