Il negligente, libretto, Brunswick, 1760

 stav’or considerando
 l’analogia che unisce
 alle fisse l’erranti,
60al capo di Medusa il Can celeste,
 al cuore del Leon la Spiga d’oro
 ed all’Orsa maggior l’occhio del Toro.
 BUONAFEDE
 Oh bellissime cose!
 Anch’io d’astrologia son dilettante
65ma quel che mi dà pena
 è il non saper trovar dottrina alcuna,
 chi mai sapia spiegar cos’è la luna.
 ECCLITICO
 La luna è un corpo diafano
 che dai raggi del sol è illuminato;
70ma in quel bel corpo luminoso e tondo
 che credete vi sia? V’è un altro mondo.
 BUONAFEDE
 Oh che cosa mi dite?
 Colà v’è un altro mondo?
 Ma cosa son quei segni
75che si vedon nel corpo della luna?
 So che un giorno mia nonna,
 la qual non era sciocca,
 mi disse ch’ella avea gli occhi e la bocca.
 ECCLITICO
 Scioccherie, scioccherie. Le macchie oscure
80son del mondo lunar colline e monti.
 Non già monti sassosi,
 come da noi veggiam, ma son formati
 d’una tenue materia,
 la qual s’arrende e cede
85alla pression del piede;
 indi s’alza bel bello e non si spacca,
 onde l’uomo camina e non si stracca.
 BUONAFEDE
 Oh che bel mondo! Ma ditemi, amico,
 come siete arrivato
90a scoprir cosa tale?
 ECCLITICO
 Ho fatto un canocchiale
 che arriva a penetrar cotanto in dentro
 che veder fa la superficie e il centro.
 Individua non solo
95i regni e le provincie
 ma le case, le piazze e le persone.
 Col mio canocchialone
 posso veder lassù per mio diletto
 spogliar le donne quando vanno a letto.
 BUONAFEDE
100Oh bellissima cosa!
 Ma dite, non potrei,
 caro Ecclitico mio,
 col vostro canocchial veder anch’io?
 ECCLITICO
 Perché no? Benché io sia
105solo inventor della mirabil arte,
 voglio che ancora voi ne siate a parte.
 BUONAFEDE
 Obbligato vi sono e vi sarò.
 Vederete per voi cosa farò.
 ECCLITICO
 Nella specula entrate,
110nel canocchial mirate.
 Cose belle vedrete,
 cose rare, per cui voi stupirete.
 BUONAFEDE
 Vado e provar io voglio
 se con quel canocchial sì lungo e tondo
115alla luna poss’io veder il fondo.
 Ma chi son quei signori
 che dove io deggio entrar vengono fuori?
 ECCLITICO
 Sono scolari miei,
 amanti della luna come lei.
 
 SCENA III
 
 Li scolari escono dalla specula e s’inchinano a BONAFEDE
 
 BUONAFEDE
120Servitor obbligato.
 QUATTRO SCOLARI
 
    Felice e fortunato
 chi è amico della luna,
 per voi sì gran fortuna
 il ciel risserberà.
 
 BUONAFEDE
 
125   Il cielo mi conceda
 sì gran felicità.
 
 QUATTRO SCOLARI
 
    La vostra bella mente,
 che più d’ogn’altra sa,
 la luna facilmente
130conoscere potrà. (Partono)
 
 BUONAFEDE
 
    Il cielo mi conceda
 sì gran felicità. (Entra nella specula)
 
 ECCLITICO
 
    (Farò che tutto creda
 la sua semplicità).
 
135Olà, Claudio, Pasquino, (Vengono due servi)
 la machina movete,
 fate ch’ella s’appressi al canocchiale,
 onde mirando in quella
 il signor Bonafede
140movere le figure ad una ad una
 creda mirar nel mondo della luna. (Partono i servi)
 Quanti sciocchi mortali
 con falsi canocchiali
 credono di veder la verità
145e non sanno scoprir le falsità.
 Quanti van scrutinando
 quello che gli altri fanno
 e sé stessi conoscere non sanno. (Si vede accostarsi alla cima del canocchiale una machina illuminata, dentro la quale si muovono alcune figure)
 Il signor Bonafede
150ora di veder crede
 le lunatiche donne sol lassù
 e lunatiche sono ancor quaggiù. (Buonafede esce dalla specula ridendo)
 BUONAFEDE
 Ho veduto, ho veduto.
 ECCLITICO
                                           E cosa mai?
 BUONAFEDE
 Ho veduto una cosa bella assai.
 
155   Ho veduto una ragazza
 far carezze ad un vecchietto.
 Oh che gusto, oh che diletto
 che quel vecchio proverà.
 
    Oh che mondo benedetto,
160oh che gran felicità! (Torna nella specula)
 
 ECCLITICO
 Se una ragazza fa carezze a un vecchio
 non la sprona l’amor ma l’interesse.
 Lo vezzeggia, lo adora
 ma che creppi il meschin non vede l’ora. (Buonafede esce dalla specula)
 BUONAFEDE
165Ho veduto, ho veduto.
 ECCLITICO
                                           E che, signore?
 BUONAFEDE