Il negligente, libretto, Venezia, Savioli, 1771

 SCENA VIII
 
 AURELIA, poi FILIBERTO
 
 AURELIA
 O bene o mal che sia,
 quando a noialtre donne
285ci vien quest'appettito,
 senza filosofar pigliam marito.
 Ma ecco che sen viene
 il signor Filiberto.
 FILIBERTO
                                    Bene, bene, (Verso la scena)
 si farà, si farà, non mi stancate.
290Oh Aurelina, che fate?
 AURELIA
 Benissimo starei,
 se fossi in grazia sua.
 FILIBERTO
 La mia grazia lo sai che tutta è tua.
 AURELIA
 S'accomodi un pochino.
295Guardate, poverino,
 egl'è tutto sudato;
 si sarà affaticato. (Lo asciuga col fazzoletto)
 FILIBERTO
                                   Se lo dico.
 Mi voglion far crepare.
 M'hanno fatto cercare
300una scrittura antica.
 L'ho cercata mezz'ora. Oh che fatica.
 AURELIA
 Eh, signor Filiberto,
 io so che vi vorrebbe
 per sollevarvi da cotanti affanni.
 FILIBERTO
305Sì, mia cara Aurelina,
 dite, che vi vorrebbe?
 AURELIA
                                           Una sposina.
 FILIBERTO
 Una sposina? Sì; ma il matrimonio
 porta seco de' pesi,
 il marito dev'esser uom valente;
310ed io sono avvezzato a non far niente.
 AURELIA
 Vi vorrebbe una moglie
 che sollevar sapesse
 dagli affari il marito.
 Un'economa esperta
315che sapesse di conti e di scrittura.
 Una che con bravura
 da sé sapesse spendere,
 comprar, cambiare e vendere,
 che con i pallazzisti
320sapesse favellare a tu per tu
 e sapesse frenar la servitù.
 FILIBERTO
 Oh il ciel volesse che una donna tale
 ritrovar io potessi.
 Non so dire per lei cosa facessi.
 AURELIA
325Per vendere e comprar son nata apposta.
 FILIBERTO
 Oh brava.
 AURELIA
                      So di conti e di scrittura.
 Ed ho l'economia già per natura.
 FILIBERTO
 Come sei tu informata
 di palazzo e di lite?
 AURELIA
330Oh che cosa mai dite?
 So tutte le malizie
 ch'usano i palazzisti
 per far le cose dritte apparir torte
 e so andar, quando occorre, per le corte.
 FILIBERTO
335Tu sei una gran donna!
 (Davver, che quasi quasi
 io me la piglierei).
 AURELIA
                                     Quanto bagiano!
 Spero che il laccio non sia teso invano.
 FILIBERTO
 Dimmi, Aurelia, inclinata
340sei tu pel matrimonio?
 AURELIA
                                             Oh signor no.
 FILIBERTO
 E s'io ti proponessi un buon partito?
 AURELIA
 Quando fosse il marito...
 Come sarebbe a dir...
 FILIBERTO
                                          Via, parla schietto.
 AURELIA
 Mi vergogno davvero.
 FILIBERTO
345Qui nessuno ci sente.
 AURELIA
 Quando fosse il marito come voi...
 FILIBERTO
 Tuo marito sarò, se tu mi vuoi.
 AURELIA
 Ma io povera sono e non ho dote.
 FILIBERTO
 Io, io te la farò.
 AURELIA
350E poi... signore... io so
 che graziosa non sono e non son bella.
 FILIBERTO
 Cara, tu agli occhi miei sembri una stella.
 AURELIA
 
    Oimè cos'è questo
 ch'io provo nel core?
355Nemica d'amore
 son stata finor.
 Adesso per voi
 mi sento languir.
 Ma, caro, ma poi
360di me che sarà?
 
    Son troppo innocente
 nell'arte d'amar.
 Oimè non vorrei
 lasciarmi ingannar.
365Di me semplicetta,
 di me poveretta
 abbiate pietà.