Nitteti, libretto, Lisbona, Stamperia Reale, 1770

 SCENA VI
 
 BEROE e SAMMETE
 
 SAMMETE
 Chi al genitor mai rese (Con curiosità ed allegrezza)
585il nostro amor palese?
 BEROE
                                           Ei da Nitteti,
 ella il seppe da me.
 SAMMETE
                                      Più amabil padre
 trovar si può?
 BEROE
                             (Beroe costanza). Ammiro,
 principe, il tuo bel cor. Dimmi. Non merta
 un sì buon genitor da un grato figlio
590ogni prova d'amor?
 SAMMETE
                                       Se il ciel m'intende
 qualche via m'aprirà, cara, ond'io possa
 farmi una volta al genitor palese.
 BEROE
 Consolati Sammete, il ciel t'intese.
 SAMMETE
 Come?
 BEROE
                 Da te dipende
595la pace dell'Egitto e la paterna
 tranquillità.
 SAMMETE
                         Da me?
 BEROE
                                          Sì.
 SAMMETE
                                                  Parla; a tutto
 pronto son io. Qual per sì grande oggetto,
 qual impresa, ben mio, compir dovrei?
 BEROE
 L'impresa è dura; abbandonar mi dei.
 SAMMETE
600Che! (Attonito)
 BEROE
              Abbandonarmi.
 SAMMETE
                                             Abbandonarti? Ah forse
 il padre mi deluse.
 BEROE
                                     Il padre è giusto.
 T'ama, non t'ingannò.
 SAMMETE
                                           Chi dunque chiede
 sì crudel sacrificio?
 BEROE
                                      Il ciel, la terra,
 tu stesso se vorrai,
605Sammete, esaminarti il chiederai.
 SAMMETE
 A parlarmi così valor ti senti?
 Ah la virtù che ostenti,
 Beroe crudel, di poco amor t'accusa.
 BEROE
 Di poco amore? Oh dio!
610Se vedessi, ben mio,
 come sta questo cor, com'io mi sento,
 no, così non diresti.
 SAMMETE
                                       A non amarmi
 pur disposta già sei.
 BEROE
                                        T'inganni. Io posso
 e voglio amarti sempre. Io di monarchi
615debitrice all'Egitto
 non son come tu sei; non è l'amore
 delitto in Beroe. Io libertà non bramo,
 quando ti scioglio. Il dolce cambio antico
 de' nostri cori in quella parte almeno
620che soffre la virtù serbar vogl'io;
 ti rendo il tuo; ma non dimando il mio.
 SAMMETE
 Ah se vuoi ch'io non t'ami, ah non mostrarti
 così degna d'amore, anima mia.