L’olimpiade (Jommelli), libretto, Stoccarda, Cotta, 1761

 SCENA VIII
 
 MEGACLE ed ARISTEA
 
 MEGACLE
 (Oh ricordi crudeli!)
 ARISTEA
                                         Alfin siam soli.
760Potrò senza ritegni
 il mio contento esagerar; chiamarti
 mia speme, mio diletto,
 luce degli occhi miei...
 MEGACLE
                                           No, principessa,
 questi soavi nomi
765non son per me. Serbali pure ad altro
 più fortunato amante...
 ARISTEA
                                             E il tempo è questo
 di parlarmi così? Giunto è quel giorno...
 Ma semplice ch'io son. Tu scherzi, o caro;
 ed io stolta m'affanno.
 MEGACLE
                                           Ah non t'affanni
770senza ragion.
 ARISTEA
                           Spiegati dunque.
 MEGACLE
                                                             Ascolta.
 Ma coraggio Aristea. L'alma prepara
 a dar di tua virtù la prova estrema.
 ARISTEA
 Parla. (Aimè! Che vuol dirmi? Il cuor mi trema).
 MEGACLE
 Odi. In me non dicesti
775mille volte d'amar più che 'l sembiante
 il grato cor, l'alma sincera e quella
 che m'ardea nel pensier fiamma d'onore?
 ARISTEA
 Lo dissi, è ver. Tal mi sembrasti e tale
 ti conosco, t'adoro.
 MEGACLE
                                     E se diverso
780fosse Megacle un dì da quel che dici,
 se infedele agli amici,
 se spergiuro agli dei, se fatto ingrato
 al suo benefattor morte rendesse
 per la vita che n'ebbe, avresti ancora
785amor per lui? Lo soffriresti amante?
 L'accetteresti sposo?
 ARISTEA
                                        E come vuoi
 ch'io figurar mi possa
 Megacle mio sì scellerato?
 MEGACLE
                                                  Or sappi
 che per legge fatale,
790se tuo sposo divien, Megacle è tale.
 ARISTEA
 Come!
 MEGACLE
                Tutto l'arcano
 ecco ti svelo. Il principe di Creta
 langue per te d'amor. Pietà mi chiede
 e la vita mi diede. Ah principessa,
795se niegarla poss'io, dillo tu stessa.
 ARISTEA
 E pugnasti...
 MEGACLE
                          Per lui.
 ARISTEA
                                          Perder mi vuoi...
 MEGACLE
 Sì. Per serbarmi sempre
 degno di te.
 ARISTEA
                         Dunque io dovrò...
 MEGACLE
                                                             Tu dei
 coronar l'opra mia. Sì, generosa,
800adorata Aristea, seconda i moti
 d'un grato cor. Sia qual io fui finora
 Licida in avvenire. Amalo. È degno
 di sì gran sorte il caro amico. Anch'io
 vivo di lui nel seno
805e s'ei t'acquista, io non ti perdo appieno.
 ARISTEA
 Ah qual passaggio è questo! Io dalle stelle
 precipito agli abissi. Eh no; si cerchi
 miglior compenso. Ah senza te la vita
 per me vita non è.
 MEGACLE
                                    Bella Aristea,
810non congiurar tu ancora
 contro la mia virtù. Mi costa assai
 il prepararmi a sì gran passo. Un solo
 di quei teneri sensi
 quant'opera distrugge!
 ARISTEA
                                             E di lasciarmi...
 MEGACLE
815Ho risoluto.
 ARISTEA
                         Hai risoluto! E quando?
 MEGACLE
 Questo... (Morir mi sento).
 Questo è l'ultimo addio.
 ARISTEA
                                              L'ultimo! Ingrato...
 Soccorretemi, o numi! Il piè vacilla;
 freddo sudor mi bagna il volto; e parmi
820ch'una gelida man m'opprima il core. (S’appoggia ad un tronco)
 MEGACLE
 Sento che 'l mio valore
 mancando va. Più che a partir dimoro
 meno ne son capace.
 Ardir. Vado, Aristea. Rimanti in pace.
 ARISTEA
825Come? Già m'abbandoni?
 MEGACLE
                                                   È forza, o cara,
 separarsi una volta.
 ARISTEA
                                       E parti...
 MEGACLE
                                                          E parto
 per non tornar più mai. (In atto di partire)
 ARISTEA
 Senti. Ah no... Dove vai?
 MEGACLE
 A spirar, mio tesoro, (Megacle parte risoluto)
830lungi dagli occhi tuoi. (Ma si ferma alla scena)
 ARISTEA
                                           Soccorso... io... moro. (Sviene sopra un sasso)
 MEGACLE
 Misero me! Che veggo! (Rivolgendosi indietro)
 Ah l'oppresse il dolor! Cara mia speme, (Tornando)
 bella Aristea, non avvilirti; ascolta;
 Megacle è qui; non partirò. Sarai...
835Che parlo? Ella non m'ode. Avete, o stelle,
 più sventure per me? No, questa sola
 mi restava a provar. Chi mi consiglia?
 Che risolvo? Che fo? Partir. Sarebbe
 crudeltà, tirannia. Restar. Che giova?
840Forse ad esserle sposo? E 'l re ingannato
 e l'amico tradito e la mia fede
 e l'onor mio lo soffrirebbe? Almeno
 partiam più tardi. Ah che sarem di nuovo
 a quest'orrido passo. Ora è pietade
845l'esser crudele. Addio mia vita. Addio (Le prende la mano e la bacia)
 mia perduta speranza. Il ciel ti renda
 più felice di me. Deh conservate
 questa bell'opra vostra, eterni dei;
 e i dì ch'io perderò donate a lei.
850Licida! (Dove è mai?) Licida! (Verso la scena)