L’olimpiade (Pergolesi), libretto, Roma, 1735

 Se vi piace il mio volto,
955sia Cecco o non sia Cecco,
 che cosa importa a voi?
 Doppo si aggiusteremo fra di noi.
 LISETTA
 È questa una ragion che non mi spiace.
 Vengo. (S’incammina verso il trono)
 BUONAFEDE
                 Dove, Lisetta?
 LISETTA
960A ricever le grazie
 del nostro imperatore.
 Giacch’egli mi vuol far sì bell’onore.
 BUONAFEDE
 Come? Non ti vergogni?
 Non hai timore della sua tristizia?
 LISETTA
965Eh qui tutto si fa senza malizia!
 BUONAFEDE
 Lisetta bada bene.
 LISETTA
                                     È innocentino,
 il nostro imperator, come un bambino.
 CECCO
 Aspettar più non voglio;
 presto, venite al soglio.
 LISETTA
970Dunque lei...
 CECCO
                           Sì mia cara,
 son vostro, se volete.
 LISETTA
 Lei è mio... Ma se poi... Ma s’io non sono...
 Non so quel che mi dica.
 CECCO
                                               Al trono, al trono.
 LISETTA
 
    Se lo commanda, sì venirò.
975Signor padrone, cosa sarà?
 Imperatrice dunque sarò.
 Oh fosse almeno la verità!
 Sento nel core certo vapore
 che m’empie tutta di nobiltà.
 
980   Che bella cosa l’esser signora,
 farsi servire, farsi stimar;
 ma non lo credo, ma temo ancora;
 ah mi volete tutti burlar.
 Voglio provarmi, cosa sarà?
985Ah fosse almeno la verità! (Cecco dà il braccio a Lisetta e fra tanto che si fa il ritornello dell’aria la conduce in trono)
 
 BUONAFEDE
 Eccelso imperator, la fortunata
 solo Lisetta è stata.
 Le povere mie figlie
 ancor non hanno avuta la fortuna
990di venire nel mondo della luna.
 CECCO
 Un araldo lunare ha già recato
 che in viaggio sono e che saran fra poco
 ancor esse discese in questo loco.
 BUONAFEDE
 Perché dite discese e non ascese?
995Per venire dal nostro a questo mondo,
 signor, si sale in su.
 Or perché dite voi scendono in giù?
 CECCO
 Voi poco ne sapete. Il nostro mondo
 come un pallon rotondo
1000dal cielo è circondato;
 e da qualunque lato
 che l’uom verso la luna il cammin prenda,
 convien dir che discenda e non ascenda.
 BUONAFEDE
 Sono ignorante, è ver, ma mi consolo,
1005che se tale son io non sarò solo.
 CECCO
 Allegri, o Buonafede,
 che la coppia gentil scender si vede.
 
 SCENA XI
 
 A suono di sinfonia vengono in machina FLAMINIA e CLARICE. BONAFEDE le aiuta a scendere; CECCO e LISETTA restano in trono e frattanto sopraggiungono ERNESTO ed ECCLITICO
 
 BUONAFEDE
 Figlie, mie care figlie
 siate le benvenute. Ah che ne dite?
1010Bella fortuna aver un genitore
 dello spirito mio
 ch’abbia fatto per voi quel ch’ho fatt’io!
 Lunatiche ora siete,
 un mondo goderete
1015pieno di cose belle,
 splenderete quaggiù come due stelle.
 FLAMINIA
 Molto vi devo, o padre,
 un uom saggio voi siete,
 di politica assai voi ne sapete.
 CLARICE
1020Si vede certamente
 che avete una gran mente.
 Siete un uom virtuoso senza pari.
 Cedon gl’uomini a voi famosi e chiari.
 BUONAFEDE
 Inchinatevi tosto
1025al nostro imperatore;
 grazie rendete a lui di tanto onore.
 FLAMINIA
 Ma colei è Lisetta.
 BUONAFEDE
 Che volete ch’io dica?
 Colei è la felice
1030del mondo della luna imperatrice.
 CLARICE
 Oh fortunata invero!
 Mentre quel della luna è un grand’impero.
 FLAMINIA
 Monarca, a voi m’inchino.
 CECCO
 Manco male che voi
1035vi siete ricordata alfin di noi.
 FLAMINIA
 Perdon io vi domando
 e alla vostra bontà mi raccomando.
 CECCO
 Olà, Espero udite. (Ad Ernesto)
 Questa bella servite,
1040conducetela tosto alle sue stanze
 e insegnatele voi le nostre usanze.
 ERNESTO
 Obbedito sarete.
 BUONAFEDE
                                  Ehi, ehi, fermate.
 Signor, le figlie mie
 con gli uomini non van da solo a sola.
 CECCO
1045In questo nostro mondo
 le femmine ci van publicamente
 e non lo fanno mai segretamente.
 BUONAFEDE
 È ver, non parlo più.
 FLAMINIA
                                        Contenta io vado,
 giacché il mio genitor non se ne lagna,
1050con Espero gentil che m’accompagna.
 
    Se la mia stella
 si fa mia guida,
 scorta più fida
 sperar non so.
 
1055   Al suo pianeta
 contrasta invano
 quel labro insano
 che dice no. (Parte servita da Ernesto)
 
 SCENA XII
 
 CECCO e LISETTA in trono. BONAFEDE, ECCLITICO e CLARICE
 
 CLARICE
 Mia sorella sta bene;
1060ed io cosa farò?
 La mia stella ancor io non troverò?
 CECCO
 Ecclitico, che siete
 del mio trono lunar cerimoniere,
 con Clarice gentil fate il bracciere.
 ECCLITICO
1065Prontamente obbidisco.
 BUONAFEDE
                                              Eh no, non voglio
 che mia figlia da un uom sia accompagnata.
 CECCO
 L’usanza è praticata
 ancor nel vostro mondo
 ma si serve da noi sol per rispetto.
1070E non lo fanno qui con altr’oggetto.
 BUONAFEDE
 Taccio, non so che dir.
 CLARICE
                                           Vado contenta
 a contemplar dappresso
 le lunatiche sfere
 col lunatico mio ceremoniere.
 
1075   Quanta gente che sospira