Il prigionier superbo, libretto, Napoli, 1733

 SCENA III
 
 SOSTRATE, VIRIDATE, indi MICISDA
 
 VIRIDATE
 Sì enorme tradimento
 di Sostrate la figlia
 dunque commetter mai potrà!
 SOSTRATE
                                                          No prence,
770s'ella si rende rea d'un tal delitto,
 non chiamarla mia figlia. Ah potess'io
 frangere questi ceppi,
 e del tiranno al barbaro cospetto
 girne superbo a trargli il cor dal petto.
 MICISDA
775Viridate?
 VIRIDATE
                     Micisda!
 MICISDA
 A te Metalce questo foglio invia.
 Leggilo pur.
 SOSTRATE
                         (Che sarà mai!)
 VIRIDATE
                                                        (Che fia!) (Legge)
 «Viridate, qui leggi,
 dall'ingrata Rosmene
780qual premio ottenne il tuo costante amore.
 Credo, che ben ravvisi
 il carattere infausto: ella è che scrisse
 la rea sentenza. Viridate mora»..
 E vivo! e spiro!
 SOSTRATE
                               Ah crudele, inumana!
785Indegna figlia!
 MICISDA
 Prence, non accusar di crudeltade
 un atto di pietade. A questo prezzo
 ricomprare fu d'uopo
 la reale tua vita.
 SOSTRATE
790Ed io viver dovrò, mercati a prezzo
 del sangue a me più caro,
 da un empio vincitor giorni servili?
 Ah! pria...
 VIRIDATE
                      Signor t'acqueta; un miglior dono
 meritar non saprei da una tua figlia
795che morire per te: ma ch'ella sposa
 sia di Metalce, ad onta
 del tuo voler, del mio costante amore,
 tolerarlo non so.
 SOSTRATE
                                No Viridate,
 né tu morrai, né l'empia
800d'altri sarà che tua.
 MICISDA
                                      Del vostro impegno,
 principi generosi,
 anche a parte son io. Già buona parte
 delle norveggie schiere
 pende da' cenni miei. Pronti Ericlea
805contro il tiranno ha i suoi seguaci ancora:
 ella vuol, d'ira accesa,
 ch'oggi sia tua Rosmene e l'empio mora.
 
    Dopo il periglio
 della tempesta,
810col suo naviglio
 se giunge in porto,
 lascia il nocchiero
 di sospirar.
 
    Così felice
815dopo il dolore,
 non saprà il core
 che sia penar.