Il prigionier superbo, partitura ms. I-Nc Rari 7.6.7-8; olim 30.4.14-15

 SCENA VII
 
 ERICLEA e METALCE
 
 ERICLEA
 Sventurato Metalce; oh quanto ingrata
 teco è Rosmene, allor ch'offri la pace
 guerra minaccia, e con rabbiosi detti
200vilipende superba i dolci affetti.
 METALCE
 Ascoltarmi non vuoi, non vuoi l'inganno
 riconoscer del cor, che di se stesso
 per presto giudicar si fa tiranno?
 Io sol per Viridate
205a Rosmene parlai.
 ERICLEA
                                    Per Viridate?
 METALCE
 Appunto, e la crudele
 sprezza il suo amor.
 ERICLEA
                                       Così sarà. (Infedele.
 Ma fingiamo per ora). Perdonami ben mio,
 d'amor nacque il sospetto.
210Perché caro mi sei, così diss'io.
 Pur contenta non sono, a te nol niego.
 Affretta, io te ne priego,
 il reale imeneo, che già dovea
 esser compito ormai.
 METALCE
                                         Senti Ericlea:
215quest'è giorno sagrato alla vittoria;
 e cinto il crin di marziali allori
 vuol che attenda mia gloria
 a mieter palme, e non trattare amori.