Il prigionier superbo, partitura ms. I-Nc Rari 7.6.7-8; olim 30.4.14-15

 SCENA X
 
 METALCE e ROSMENE
 
 METALCE
 Or vedi, principessa,
270qual è il mio cor per te: tu sprezzi ingrata
 le mie reali offerte; ed io già imposi
 che si sciolgano a Sostrate quei ceppi,
 che tolgono in appunto
 a lui la libertade, a te il riposo.
 ROSMENE
275E da me che pretendi?
 METALCE
                                            Esser tuo sposo.
 ROSMENE
 Mio sposo? Ah! chiudi, o perfido,
 chiudi quel labro indegno: e vuoi ch'io stringa
 una man che ancor fuma
 del sangue d'un german che a me uccidesti?
280Pria sul mio capo scenda
 tutta l'ira de' numi: e sappi, o barbaro,
 che saprò pria spirar l'alma col sangue,
 che di colpa sì enorme io farmi rea.
 S'altra virtù non hai, se a questo prezzo
285prometti libertade, io non lo bramo.
 Fortunata mi chiamo,
 se all'usate ritorte
 il genitor ritorna, io vado a morte.
 METALCE
 (Del genitore ha la ferocia istessa:
290d'avvelirla tentiam). Dunque la destra
 d'un vincitor che priega a vil tu prendi?
 ROSMENE
 Che, non l'udisti?
 METALCE
                                   E bene: ora vedrai,
 già che sprezzi il mio amor, che può lo sdegno.
 Olà!
 ROSMENE
            (Che fia!)
 METALCE
                                 Tolgasi in questo istante
295a Sostrate la vita
 col ferro o col veleno.
 ROSMENE
 (Oddio ch'io vengo meno). Ah! no, fermate.
 Signor, s'io son la rea, sovra il mio capo
 cada tutto il furore: al mio gran padre
300una colpa perdona...