Li prodigi della divina grazia, partitura ms. I-CMbc (La conversione di San Guglielmo duca d’Aquitania)

 È bello, è bello assai.
 LISETTA
                                        Sediamo un poco.
 CLARICE
 Lei ci fa troppo onore.
 LISETTA
1255Sì sì vi voglio far questo favore.
 FLAMINIA
 (È ridicola invero).
 CLARICE
                                      (Io me la godo).
 Mi favorisca, lei
 è provveduta ancor di cicisbei?
 LISETTA
 Oh che diammine dite?
1260Oggi ho preso marito.
 CLARICE
                                           In questo mondo,
 per quel che m’hanno detto,
 insegna della luna il galateo
 essere posto in uso il cicisbeo.
 FLAMINIA
 Quest’è comune usanza;
1265e saria il non averlo un’increanza.
 LISETTA
 Ma il marito?
 CLARICE
                            Il marito,
 fra lunatici umori il più corrente,
 tacerà, soffrirà, non dirà niente.
 FLAMINIA
 Il lunar cicisbeo
1270pria che siate levata
 verrà bever da voi la cioccolata.
 LISETTA
 E il marito?
 CLARICE
                         E il marito
 col medesimo gioco
 andrà a beverla anch’egli in altro loco.
 LISETTA
1275Ma io, che son novella,
 trovarmi non saprei
 di questi cicisbei.
 CLARICE
                                   Fate così;
 ditelo al vostro sposo;
 un marito amoroso
1280alla moglie prudente
 trova egli stesso il cavalier servente.
 
    Un parigin che serva
 per mera civiltà
 col suo servir conserva
1285le leggi d’onestà.
 Guardatevi da quelli
 che voglion comandar.
 Già so che m’intendete.
 Né voglio mormorar.
 
1290   Vi basti un solo laccio
 ch’è quel del vostro sposo.
 Fuggite il duro impaccio
 d’un cicisbeo geloso;