Il re pastore, libretto, Lisbona, Stamperia Reale, 1770

 SCENA VI
 
 ELISA sommamente allegra e frettolosa, poi AMINTA
 
 ELISA
 Oh lieto giorno! Oh me felice! Oh caro
 mio genitor! Ma... Dove andò? Pur dianzi
 qui lo lasciai. Sarà là dentro. Aminta?
 Aminta... Oh stolta! Or mi sovviene; è l'ora
205d'abbeverar la greggia. Al fonte io deggio
 e non qui ricercarne... E s'ei tornasse
 per altra via? Qui dee venir. S'attenda;
 e si riposi, io n'ho grand'uopo. Oh come (Siede)
 mi balza il cor! Non mi credea che tanto
210affannasse un piacere... Eccolo... Ha scossi
 alcun que' rami... È il mio Melampo. Ah questo
 è un eterno aspettar! No; non poss'io (S’alza)
 tranquilla in questa guisa
 più rimaner. (In atto di partire)
 AMINTA
                            Dove t'affretti Elisa?
 ELISA
215Ah tornasti una volta! Andiamo.
 AMINTA
                                                             E dove?
 ELISA
 Al genitor.
 AMINTA
                       Dunque ei consente...
 ELISA
                                                                Il core
 non m'ingannò. Sarai mio sposo, e prima
 che il sol tramonti. Impaziente il padre
 n'è al par di noi. D'un così amabil figlio
220superbo e lieto... Ei tel dirà. Vedrai
                                                                   dall'accoglienze sue... Vieni. (Prende per mano Aminta)
 AMINTA
                                                                                                                          Ah, ben mio,
 lasciami respirar! Pietà d'un core
 che fra le gioie estreme...
 ELISA
 Deh non tardiam; respireremo insieme. (come sopra)