Il re pastore, libretto, Lisbona, Stamperia Reale, 1770

 SCENA VII
 
 AMINTA in abito reale seguito da guardia nobile e detto
 
 AMINTA
 Eccomi a te di nuovo; ecco deposte
 le care spoglie antiche. Avvolto in questi
490lucidi impacci alla mia bella Elisa
 mal noto forse io giungerò. Potessi
 almeno a lei mostrarmi!
 AGENORE
                                               Ah d'altre cure,
 signore, è tempo. Or che sei re, conviene
 che a pensar tu incominci in nuova guisa.
 AMINTA
495Come? E che far dovrei?
 AGENORE
                                                Scordarti Elisa.
 AMINTA
 Elisa? E chi l'impone?
 AGENORE
                                            Un cenno augusto
 di chi può ciò che vuole, e vuole il giusto.
 L'impone il ben d'un regno,
 l'onor d'un trono...
 AMINTA
                                     Ah vadan pria del mondo
500tutti i troni sossopra. Elisa è stato,
 Elisa è il mio pensiero; e fin che l'alma
 non sia da me divisa
 sempre Elisa il sarà. Scordarmi Elisa?
 Ma sai com'io l'adoro?
505Sai che fece per me? Sai come...
 AGENORE
                                                             Ah calma
 quegl'impeti, o mio re.
 AMINTA
                                             Scordarmi Elisa?
 Se lo tentassi io ne morrei.
 AGENORE
                                                   T'inganni.
 Di tua virtù, non ben conosci ancora
 tutto il valor. Sentimi solo; e poi...
 AMINTA
510Che mai, che dir mi puoi?
 AGENORE
                                                   Che quando al trono
 sceglie il cielo un regnante... Ah viene Elisa!
 Fuggiam. (Vede Elisa alla destra)
 AMINTA
                      Non lo sperar.
 AGENORE
                                                  Pietà, signore,
 di te, di lei. L'ucciderai se parli
 pria di saper...
 AMINTA
                              Non parlerò, tel giuro.
 AGENORE
515No; dei fuggirla. Andiam; soffri un eccesso
 dell'ardita mia fé sol questa volta. (Lo prende per mano e s’incammina seco in fretta verso la sinistra)