Il re pastore, libretto, Lisbona, Stamperia Reale, 1770

 SCENA III
 
 AGENORE solo indi Elisa
 
 AGENORE
 Oh dio, bella Tamiri, oh dio...
 
 ELISA
                                                        Ma senti
 Agenore, quai fole
 s'inventan qui per tormentarmi. È sparso
 ch'oggi Aminta a Tamiri
590darà la man di sposo; e si pretende
 che a tal menzogna io presti fé. Dovrei,
 per crederlo capace
 di tanta infedeltà, conoscer meno
 d'Aminta il cor. Ma chi sarà costui
595che ha dell'affanno altrui
 sì maligno piacer?
 AGENORE
                                     Mia cara Elisa
 esci d'error; nessun t'inganna.
 ELISA
                                                          E sei
 tu sì credulo ancor? Donde apprendesti
 novella sì gentil?
 AGENORE
                                  Da lui.
 ELISA
                                                 Da lui?
 AGENORE
600Sì dall'istesso Aminta.
 ELISA
 Dove?
 AGENORE
                Qui.
 ELISA
                           Quando?
 AGENORE
                                              Or' ora.
 ELISA
                                                               E disse?
 AGENORE
                                                                                 E disse
 che al voler d'Alessandro
 non dessi oppor chi ne riceve un regno.
 ELISA
 Santi numi del ciel! Come? A Tamiri
605darà la man?
 AGENORE
                           La mano e il cor.
 ELISA
                                                           Che possa
 così tradirmi Aminta? Ah non sia vero. (Con impeto, ma piangendo)
 Non lo speri Alessandro,
 nol pretenda Tamiri; egli è mio sposo;
 la sua sposa son io;
610io l'amai da che nacqui; Aminta è mio.
 AGENORE
 È giusto, o bella ninfa,
 ma inutile il tuo duol. Con quei trasporti
 che puoi far?
 ELISA
                           Che far posso? Ad Alessandro,
 agli uomini, agli dei pietà, mercede,
615giustizia chiederò. Voglio che Aminta
 confessi a tutti in faccia
 che del suo cor m'ha fatto dono; e voglio,
 se pretende il crudel che ad altri il ceda,
 voglio morir d'affanno, e ch'ei lo veda.
 
620   Io rimaner divisa
 dal caro mio pastore?
 No, non lo vuole amore;
 no, non lo soffre Elisa;
 no, sì tiranno il core
625il mio pastor non ha.
 
    Ch'altri il mio ben m'involi
 e poi ch'io mi consoli?
 Come non hai rossore
 di sì crudel pietà? (Parte)