Il re pastore, libretto, Lisbona, Stamperia Reale, 1770

 SCENA IV
 
 AGENORE, poi TAMIRI
 
 AGENORE
630Povera ninfa! Io ti compiango; e intendo
 nella mia la tua pena. E pure Elisa
 ha di me più valor. Perde il suo bene;
 ed ha cor di vederlo. A tal cimento
 la mia virtù non basta. Io da Tamiri
635convien che fugga; e ritrovar non spero
 alla mia debolezza altro ricorso. (In atto di partire)
 TAMIRI
 Agenore t'arresta.
 AGENORE
                                    (Oh dei! Soccorso!)
 TAMIRI
 D'un regno debitrice (Con ironia)
 ad amator sì degno
640dunque è Tamiri?
 AGENORE
                                    Il debitore è il regno.
 TAMIRI
 Perché sì gran novella (Come sopra)
 non recarmi tu stesso? Io dal tuo labbro
 più che da un foglio tuo l'avrei gradita.
 AGENORE
 Troppo mi parve ardita
645quest'impresa, o regina.
 TAMIRI
                                               Era men grande (Con risentimento)
 che il cedermi ad Aminta.
 AGENORE
                                                  È ver; ma forse
 l'idea del dover mio
 in faccia a te... Bella regina, addio. (In atto di partire)
 TAMIRI
 Sentimi. Dove corri?
 AGENORE
                                         A ricordarmi
650che sei la mia sovrana.
 TAMIRI
 Sol tua mercé. (Con ironia)
 AGENORE
                              Ch'io d'esser teco eviti
 chiede il rispetto mio.
 TAMIRI
                                           Tanto rispetto (Con isdegno)
 è immaturo finor. Sarà più giusto
 quando al tuo re la mano
655porger m'avrai veduto.
 AGENORE
 Io nol vedrò.
 TAMIRI
                          Che? Nol vedrai? Ti voglio (Con impeto)
 presente alle mie nozze.
 AGENORE
                                              Ah no, perdona;
 questo è l'ultimo addio.   (In atto di partire)
 TAMIRI
                                                Senti. Ove vai?
 AGENORE
 Ove il ciel mi destina.
 TAMIRI
660E ubbidisci così la tua regina? (Con impeto)
 AGENORE
 Già senza me...
 TAMIRI
                               No; senza te sarebbe
 la mia sorte men bella.
 AGENORE
                                            E che pretendi?
 TAMIRI
 Che mi vegga felice (Con ironia)
 il mio benefattore, e si compiaccia
665dell'opra sua.
 AGENORE
                            (Che tirannia!) Deh cangia
 Tamiri per pietà...
 TAMIRI
                                     Prieghi non odo, (Con impeto)
 né scuse accetto. Ubbidienza io voglio
 da un suddito fedele.
 AGENORE
 (Oh dio!)
 TAMIRI
                     M'udisti? (Come sopra)
 AGENORE
                                         Ubbidirò, crudele. (Tamiri parte)
670   Sol può dir come si trova
 un amante in questo stato
 qualche amante sfortunato
 che lo prova al par di me.
 
    Un tormento è quel ch'io sento
675più crudel d'ogni tormento.
 È un tormento disperato
 che soffribile non è. (Parte)