Semiramide, libretto, Torino, Zappata, 1742

 SCENA II
 
 SEMIRAMIDE, TAMIRI, MIRTEO, SCITALCE, seguiti da’ paggi e da cavalieri e detti
 
 SEMIRAMIDE
650Ecco il luogo, o Tamiri,
 ove gli altrui sospiri
 attendono da te premio e mercede.
 (Io tremo e fingo).
 TAMIRI
                                     Ogni misura eccede
 la real pompa e nella reggia assira
655non s'introdusse mai
 con più fasto il piacer.
 MIRTEO
                                           Qui la tua cura
 del ricco Gange e dell'eoe maremme
 i tesori e le gemme
 tutte adunò.
 SCITALCE
                          Da mille faci e mille
660vinta è la notte e ripercosso intorno
 fiammeggia oltre il costume
 fra l'ostro e l'or multiplicato il lume.
 SEMIRAMIDE
 Scitalce, al nuovo sposo
 io preparai la fortunata stanza
665pegno dell'amor mio.
 SCITALCE
                                          (Finge costanza).
 Ah se quello foss'io
 chi più di me saria felice?
 SEMIRAMIDE
                                                  (Ingrato!)
 IRCANO
 Come mai del tuo fato (A Scitalce)
 puoi dubitar? Saggia è Tamiri e vede
670che il più degno tu sei.
 MIRTEO
                                            Che ascolto! Ircano
 chi mai ti rese umano?
 Dov'è il tuo fuoco e l'impeto natio?
 IRCANO
 Comincio amico ad erudirmi anch'io.
 TAMIRI
 Così mi piaci.
 MIRTEO
                             È molto.
 SCITALCE
                                               Io non intendo
675se da senno o per gioco
 parla così. (A Semiramide e a Tamiri)
 IRCANO
                       (M'intenderai fra poco).
 SEMIRAMIDE
 Più non si tardi. Ognuno
 la mensa onori e intanto
 misto risuoni a liete danze il canto. (Dopo seduta nel mezzo Semiramide siedono alla destra di lei Tamiri e poi Scitalce. Alla sinistra Mirteo, poi Ircano. Sibari in piedi appresso Ircano.)
 
 CORO
 
680   Il piacer, la gioia scenda
 fidi sposi al vostro cor.
 
    Imeneo la face accenda,
 la sua face accenda Amor.
 
 PARTE DEL CORO
 
    Fredda cura, atro sospetto
685non vi turbi e non v'offenda
 e d'intorno al regio letto
 con purissimo splendor...
 
 CORO
 
    Imeneo la face accenda,
 la sua face accenda Amor.
 
 PARTE DEL CORO
 
690   Sorga poi prole felice
 che ne' pregi egual si renda
 alla bella genitrice,
 all'invitto genitor.
 
 CORO
 
    Imeneo la face accenda,
695la sua face accenda Amor.
 
 PARTE DEL CORO
 
    E se fia che amico nume
 lunga età non vi contenda,
 a scaldar le fredde piume,
 a destarne il primo ardor...
 
 CORO
 
700   Imeneo la face accenda,
 la sua face accenda Amor.
 
 SEMIRAMIDE
 In lucido cristallo aureo liquore,
 Sibari, a me si rechi.
 SIBARI
                                         (Ardir mio core). (Va a prender la tazza)
 IRCANO
 (Il colpo è già vicino).
 MIRTEO
                                          (Oh dio! S'appressa
705il momento funesto).
 TAMIRI
 (Che gioia!)
 SCITALCE
                          (Che sarà!)
 SEMIRAMIDE
                                                 (Che punto è questo!)
 SIBARI
 Compito è il cenno. (Sibari posa la sottocoppa con la tazza avanti a Semiramide e va a lato d’Ircano)
 SEMIRAMIDE
                                       Or prendi,
 Tamiri, e scegli. Il sospirato dono (Dà la tazza a Tamiri)
 presenta a chi ti piace
710e goda quegli il grand'acquisto in pace.
 TAMIRI
 Il dubbio, o prenci, in cui finor m'involse
 l'eguaglianza de' merti,
 discioglie il genio e non offende alcuno,
 se al talamo ed al trono
715l'un o l'altro solleva.
 Ecco lo sposo e il re; Scitalce beva. (Tamiri posa la tazza avanti Scitalce)
 SEMIRAMIDE
 (Io lo previdi).
 MIRTEO
                              (Oh sorte!)
 SCITALCE
 (Ah qual impegno!)
 SIBARI
                                       (Or s'avvicina a morte).
 IRCANO
 Via Scitalce, che tardi? Il re tu sei.
 SCITALCE
720(E deggio in faccia a lei
 annodarmi a Tamiri?)
 TAMIRI
 Egli è dubbioso ancora. (A Semiramide)
 SEMIRAMIDE
 Alfin risolvi.
 SCITALCE
                          E Nino
 lo comanda a Scitalce?
 SEMIRAMIDE
                                            Io non comando,
725fa' il tuo dover.
 SCITALCE
                               Sì lo farò. (L'ingrata
 si punisca così). D'ogni altro amore
 mi scordo in questo punto... Ah non ho core. (Volendo bere e poi s’arresta)
 Porgi a più degno oggetto
 il dono, o principessa, io non l'accetto. (Posa la tazza)
 TAMIRI
730Come!
 SIBARI
                (Oh sventura!)
 IRCANO
                                              E lei ricusi allora
 che al regno ti destina? (A Scitalce)
 Non s'offende in tal guisa una regina.
 SEMIRAMIDE
 Qual cura hai tu, se accetta
 o se rifiuta il dono? (Ad Ircano)
 MIRTEO
735Lascialo in pace.
 IRCANO
                                 Io sono
 difensor di Tamiri. (A Semiramide) E tu non devi (A Scitalce)
 la tazza ricusar, prendila e bevi.
 TAMIRI
 Principe, invan ti sdegni, ei col rifiuto
 non me, sé stesso offende
740e al demerito suo giustizia rende.
 IRCANO
 No no, voglio ch'ei beva.
 TAMIRI
                                               E taci. Intanto
 per degno premio al tuo cortese ardire
 l'offerta di mia mano
 ricevi tu con più giustizia, Ircano. (Prende la tazza in atto di darla ad Ircano)
 IRCANO
745Io!
 TAMIRI
         Sì, con questo dono
 te destino al mio trono, all'amor mio.
 IRCANO
 (Sibari, che farò?) (Piano a Sibari)
 SIBARI
                                      (Mi perdo anch'io). (Piano ad Ircano)
 TAMIRI
 Perché taci così? Forse tu ancora
 vuoi ricusarmi?
 IRCANO
                                No, non ti ricuso.
750Penso... Vorrei... Ma temo... (Io son confuso).
 SEMIRAMIDE
 Principe tu non devi
 un momento pensar, prendila e bevi.
 Troppo il rispetto offendi
 a Tamiri dovuto.
 MIRTEO
755Ma parla.
 TAMIRI
                     Ma risolvi.
 IRCANO
                                           Ho risoluto. (S’alza e prende la tazza)
 Vada la tazza a terra. (Getta la tazza)
 SCITALCE
 E qual furore insano...
 IRCANO
 Così riceve un tuo rifiuto Ircano.
 TAMIRI
 Ah questo è troppo. Ognun disprezza il dono.
760Dunque ridotta io sono (S’alza e seco tutti)
 a mendicar chi le mie nozze accetti?
 Forse per oltraggiarmi
 in Assiria veniste? O il mio sembiante
 è deforme a tal segno
765che a farlo tollerar non basti un regno?
 SEMIRAMIDE
 È giusta l'ira tua.
 MIRTEO
                                  Dell'amor mio
 dovresti, o principessa...
 TAMIRI
                                               Alcun d'amore
 più non mi parli. Io sono offesa e voglio
 punito l'offensor. Scitalce mora.
770Ei col primo rifiuto
 il mio dono avvilì. Chi sua mi brama
 a lui trafigga il petto,
 venga tinto di sangue ed io l'accetto.
 
    Tu mi disprezzi ingrato (A Scitalce)
775ma non andarne altero;
 trema d'aver mirato
 superbo il mio rossor.
 
    Chi vuol di me l'impero
 passi quel core indegno.
780Voglio che sia lo sdegno
 foriero dell'amor. (Parte)