L’Arcadia in Brenta, libretto, Milano, Malatesta, 1750

 SCENA PRIMA
 
 Deliziosa.
 
 Tutti a sedere, cioè il CONTE in mezzo, madama LINDORA alla dritta, GIACINTO presso ROSANNA, FORESTO vicino a LAURETTA e FABRIZIO da un lato, arrabbiato per non esser vicino ad alcuna donna
 
 CONTE
 Dai lacci neghitosi del silenzio
580scatenando la lingua,
 qual monarca di dive e semidei,
 do glorioso principio a' cenni miei.
 FABRIZIO
 Signor principe caro,
 il povero Fabrizio
585gli manda un memorial, con cui lo prega
 comandar ai pastor che per servizio
 lascino qualche ninfa anco a Fabrizio.
 CONTE
 Giuste le preci son ma non è giusto
 delle ninfe arbitrar. Quella sia vostra
590che inclinata e proclive a voi si mostra.
 FABRIZIO
 Tutte vorranno me.
 ROSANNA
                                      Sarei contenta
 se del signor Fabrizio
 foss'io la ninfa eletta
 ma non vuo' disgustar la mia Lauretta.
 LAURA
595Eh no no, giacché vedo
 che a voi piace quel viso, io ve lo cedo.
 FABRIZIO
 E fra due litiganti il terzo goda.
 Io sarò di madama,
 se mi vuol, se mi brama.
 LINDORA
600Vi domando perdono,
 non mi vuo' scomodar di dove sono.
 FABRIZIO
 Dunque dovrò star senza?
 GIACINTO
 Voi dovete soffrire.
 FORESTO
                                      E aver pazienza.
 FABRIZIO
 (Maledetti! Mi mangiano le coste
605e penar mi conviene?
 Or sì che i miei denar gli spendo bene).
 CONTE
 Dall'arcadico trono,
 a cui per vostro dono io son alzato,
 due comandi vi do tutti in un fiato.
610Primo: ciascuna ninfa
 scelga il pastor di tutti alla presenza
 ma non vuo' che Fabrizio resti senza.
 Secondo: quel pastor che sarà eletto
 con qualche regaletto
615riconosca la ninfa
 e lei, com'è il dovere,
 del regalo disponga a suo piacere.
 FABRIZIO
 Bravo, bravo, vi lodo.
 ROSANNA
 D'un tal comando io godo.
620Potrò senza riguardi
 il mio genio svelar.
 GIACINTO
                                      (Già mia voi siete). (Piano a Rosanna)
 ROSANNA
 Deh lasciate che io finga e non temete. (Piano a Giacinto)
 FABRIZIO
 Lasciatela parlar. (A Giacinto)
 ROSANNA
                                   Se mi concede
 il sospirato onore,
625sarà il signor Fabrizio il mio pastore.
 FABRIZIO
 Evviva, evviva. Ah! Che ne dite? Oh cara!
 Che gioia! Che diletto!
 Per la mia pastorella io già vi accetto.
 LAURA
 Piano, piano di grazia, padron mio,
630che ci pretendo anch'io.
 Or che non v'è riparo,
 la maschera mi levo e parlo chiaro.
 V'ho scelto nel mio core
 di già per mio pastore
635e se non mi volete
 impazzir e creppar voi mi vedrete.
 FORESTO
 (So che finge). Ma come! Se Rosanna...
 ROSANNA
 Io Fabrizio pretendo.
 LAURA
 Di cedere Fabrizio io non intendo.
 FABRIZIO
640Signor principe, questo è un brutto imbroglio.
 CONTE
 Dall'arcadico soglio
 così decido e voglio:
 per consolar delle due ninfe il core,
 abbian due pastorelle un sol pastore.
 FABRIZIO
645Evviva, evviva; bravo per mia fé.
 Son capace, lo giuro, anco per tre.
 LINDORA
 Dunque, signor Fabrizio,
 s'ella dice da vero e non ischerza,
 io fra le ninfe sue sarò la terza.
 FABRIZIO
650Venga la quarta ancor, mi fa servizio;
 non mi perdo in la folla; io son Fabrizio.
 Levatevi di qua. (A Foresto e Giacinto)
 Loco per voi non c'è.
 Una volta per uno, tocca a me.
 CONTE
655Olà, suddito nostro,
 fermatevi per ora.
 Non è finito ancora.
 Se voi pastor delle tre ninfe siete,
 regalar le tre ninfe ora dovete.
 FABRIZIO
660(Oimè, son imbrogliato,
 questo favor mi vuol costar salato).
 GIACINTO
 Su via, fatevi onore.
 FORESTO
 Via, portatevi ben, signor pastore.
 FABRIZIO
 A voi Rosanna bella,
665mia cara pastorella,
 perché mi brilla in sen il cor contento,
 questo picciol brillante io vi presento.
 ROSANNA
 È molto spiritoso, è molto bello;
 brilla comecché a voi brilla il cervello.
 FABRIZIO
670Grazie a lei. A Lauretta,
 graziosa, vezzosetta,
 per cui ognora tormentato sono,
 quest'orologio d'or presento in dono.
 LAURA
 Il vostro dono accetto
675e contemplar prometto
 in lui la vostra amabile figura,
 perché voi siete tondo di natura.
 FABRIZIO
 Obbligato. A madama,
 perché si guardi dalla stranutiglia,
680le do una tabacchiera di Siviglia.
 LINDORA
 Ed io, che v'amo tanto, bramerei
 che in questa tabacchiera,
 per poterne goder a tutte l'ore,
 fosse polverizzato il vostro core.
 FABRIZIO
685Che bontà! Che finezze!
 CONTE
                                              Or di que' doni
 ne disponga ciascuna a suo talento
 e faccia al donator un complimento.
 ROSANNA
 Io pongo quest'anello
 nelle man di Giacinto
690e dico al donatore
 ch'io lo delusi e questo è il mio pastore.
 FABRIZIO
 Come!
 LAURA
                Quest'orologio
 a Foresto consegno
 e al donatore io dico
695che già di lui non me n'importa un fico.
 FABRIZIO
 Che! Che!
 LINDORA
                      La tabacchiera
 al principe presento e mio pastore,
 perché quel tabaccaccio mi fa male
 e chi me l'ha donato è un animale.
 CONTE, GIACINTO, FORESTO
700Viva il signor Fabrizio.
 Si rallegriam con lei.
 FABRIZIO
 Che siate maledetti tutti sei. (Tutti si alzano)
 
    Corpo del diavolo,
 parmi un po' troppo.
705Che! Sono un cavolo?
 Son gentiluomo
 del mio paese,
 io fo le spese,
 io son padrone.
710Che impertinenza!
 Che prepotenza!
 Come? Che dite?
 Eh padron mio,
 basta così.
 
715   La vuo' finire,
 me ne vogl'ire.
 Signore ninfe,
 gnori pastori,
 bon viaggio a loro.
720Che? Non gli piace?
 Se n'anderanno,
 signori sì.